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giudici

Nuove Br, la Cassazione conferma: “Non fu terrorismo”

La sezione feriale penale della Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’assise d’appello di Milano emessa il 28 maggio scorso a carico dei 12 imputati per il processo delle cosiddette nuove Brigate Rosse. Uno di loro, Salvatore Scivoli, è stato assolto, mentre gli altri 11 sono stati condannati, anche se sono stati respinti sia i ricorsi degli imputati sia quello della Procura generale di Milano che chiedeva pene più alte e il riconoscimento della finalità di terrorismo. Già i giudici d’appello, dopo un rinvio della Cassazione, avevano escluso l‘aggravante terroristica, sostenendo che le nuove Brigate rosse progettavano “plurimi attentati” che però erano “caratterizzati” da “violenza generica e non terroristica”.
La Cassazione, quindi, confermando l’ultima sentenza d’appello, riconosce tali motivazioni. In sostanza, le nuove Brigate Rosse avevano una “visione politica” sovversiva e portavano avanti una strategia che consisteva nell’usare le armi “per fare politica e non per fare la guerra“. Proprio la Cassazione, a febbraio, aveva annullato la prima sentenza d’appello rinviando la questione ai giudici di Milano affinchè verificassero più attentamente la contestazione della finalità terroristica agli imputati.

Terrorismo, blitz contro gli anarco-insurrezionalisti: 10 arresti

“L’operazione dei carabinieri del Ros è una risposta dello Stato a tante situazioni che si sono verificate e sulle quali si stava lavorando da tempo” ha dichiarato il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, che si trova a Viterbo per la firma di un protocollo di intesa, commentando l’operato dei carabinieri del Ros, che ha portato all’arresto di 10 persone dell’ambiente anarco-insurrezionalista. Di “risposta ampliamente qualificata” parla anche il capo del Ros, il generale Ganzer, durante la conferenza stampa in corso a Perugia, spiegando che “è stata accertata la saldatura transnazionale tra la componente italiana del Fai e la componente greca che inviò plichi a leader europei, tra cui Silvio Berlusconi, e che si riconoscono nella sigla Cospirazione delle cellule di fuoco“. Per il nucleo operativo, anche l’attentato di Genova all’amministratore delegato dell’Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, presenta la stessa matrice organizzativa degli attentati imputati agli arrestati di oggi da parte della procura di Perugia. Il simbolo stampato sulle rivendicazioni degli attentati del dicembre del 2011 risulta infatti lo stesso – ad eccezione degli acronimi FAI/FRI – utilizzato per la rivendicazione dell’attentato a mano armata ai danni di Adinolfi, avvenuto e rivendicato a maggio con un volantino pervenuto alla redazione milanese del Corriere della sera.
Le ordinanze di custodia in carcere, emesse dal gip del Tribunale di Perugia, sono dieci, otto delle quali notificate in Italia, con oltre quaranta le perquisizioni in tutto il territorio Due invece sono detenuti in Svizzera e in Germania e dal carcere comuncavano obiettivi, tempistica e sigle di rivendicazione. I carabinieri del Ros riferiscono inoltre di “stretti collegamenti” con i greci dell’anarchica Cospirazione delle Cellule di Fuoco.