La Germania ha chiuso il 2011, appena lasciato alle porte, con il massimo record di occupazione dalla riunificazione del paese avvenuta nel 1990. L’annuncio è stato fatto oggi dall’Ufficio federale di statistica a Wiesbaden. I dati diffusi dicono che nel 2011 l’incremento dell’occupazione e’ stato di 535mila unita’ (+1,3% sul 2010), con il tasso di disoccupazione che, grazie alla ripresa economica, e’ sceso sotto il 7%, il livello minimo degli ultimi 20 anni. In Italia, ad esempio, il tasso di occupazione è straordinariamente basso, poco più del 54% della popolazione attiva. In Germania siamo oltre il 70%. Il tassso di disoccupazione è al di sotto della media Ue. Gli esperti ritengono che il mercato del lavoro continuerà a crescere, sebbene con un ritmo meno forsennato rispetto al 2011, a causa di un prevedibile rallentamento della crescita. Lo stello Pil tedesco, che nel 2011 è cresciuto del 3%, quest’anno dovrebbe avere una crescita meno evidente, attestandosi intorno ad un +0,5%.
Insomma buone notizie dunque per i tedeschi. Ben 41 milioni di lavoratori su una popolazione di 82 milioni di abitanti della Germania. Altra notizia ottima per i lavoratori tedeschi : questi ultimi, infatti, dovrebbero ritrovarsi nelle tasche alla fine dell’anno appena cominciato ben 160 euro in più. Questo grazie ad alcune facilitazioni entrate in vigore con questo 2012, tra le quali la riduzione dei contributi pensionistici dal 19,9% al 19,6%, da ripartire equamente tra datori di lavoro ed occupati. Così ogni lavoratore si troverà a percepire circa 60 euro netti in più, mentre gli altri 100 deriveranno dall’aumento delle detrazioni fiscali per vari tipi di prevalenza individuale. Dunque non per tutti è crisi, se consideriamo, Italia a parte, anche le alte cifre di disoccupazione nell’intera Europa, negli Stati Uniti ed anche in Giappone. La Germania va per conto suo, producendo, dunque, una netta inversione di tendenza rispetto al trend dominante nella stragrande maggioranza dei paesi, almeno apparentemente, più forti economicamente ed industrializzati del mondo.