Infuria la polemica per quanto rivelato dall’ex ministro del Tesoro americano Timothy Geithner nel suo libro “Stress Test”. Nel libro, del quale “La Stampa” ha fornito alcuni stralci in anteprima, Geithner racconta che nell’autunno del 2011, quando la crisi economica stava mettendo in serio pericolo l’euro, “alcuni funzionari europei ci contattarono con una trama per cercare di costringere il premier italiano Berlusconi a cedere il potere; volevano che noi rifiutassimo di sostenere i prestiti dell’Fmi all’Italia, fino a quando non se fosse andato”. L’allora ministro del Tesoro americano, però, dopo averne parlato anche con Obama, rifiutò di prendere parte a tale piano, preferendo invece puntare all’asse con il presidente della Bce Mario Draghi per salvare l’economia europea e globale. Berlusconi, ieri, ha così commentato: “Non sono sorpreso. Ho sempre dichiarato che nel 2011, nei confronti del mio governo, ma anche nei confronti del mio paese, c’è stato tutto un movimento che era partito dal nostro interno ma poi si è esteso anche all’esterno per cercare di sostituire il mio governo, eletto dai cittadini, con un altro governo”.
L’ex premier ha poi ricordato che “già nel giugno 2011, quando ancora non era scoppiato l’imbroglio degli spread, il presidente della Repubblica Napolitano riceveva Monti e Passera, come è stato scritto, per scegliere i tecnici di un nuovo governo tecnico e addirittura per stilare il documento programmatico”. Berlusconi, però, non è sorpreso che queste rivelazioni vengano da un uomo di Obama: “Io devo dire che Obama si comportò bene durante tutto il G20. Noi fummo chiamati dalla Merkel e Sarkozy a due riunioni in due giorni consecutivi e in queste riunioni si tentò di farmi accettare un intervento del Fondo Monetario Internazionale. Io garantii che i nostri conti erano in ordine e non avevamo nessun bisogno di aiuti dall’esterno e rifiutai di accedere a quest’offerta” ha ricordato ancora.
Dall’Unione Europea, si vogliono smentire questi retroscena, e fonti qualificate Ue hanno precisato: “Geithner si è riferito a qualcun altro, certamente non alle istituzioni Ue, non a Barroso, Van Rompuy o Rehn“ che, soprattutto a Cannes, “hanno difeso l’indipendenza dell’Italia” e “non volevano che andasse sotto amministrazione controllata, come invece chiedevano gli Usa”. Il presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso ha invece ricordato: “L’Italia era vicinissima all’abisso e al G20 di Cannes alcuni tentarono di metterla sotto la supervisione dell’Fmi ma sarebbe stato un disastro e noi siamo stati quasi soli a dire che non doveva succedere”.
Forza Italia ha chiesto una commissione d’inchiesta su quanto accaduto nel 2011, e il capogruppo Renato Brunetta ha inoltre chiesto: “Renzi venga a riferire in Parlamento“, e ha tirato in ballo anche Giorgio Napolitano: “Gli ho scritto una lettera proprio per sapere cosa intende fare”. Berlusconi, infatti, ha sempre considerato il presidente della Repubblica come possibile “regista” dell’operazione che ha portato alle sue dimissioni. Dal Quirinale, per ora, non è arrivata nessuna replica, così come dalla Casa Bianca. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha detto che si sta valutando l’apertura di una commissione d’inchiesta, mentre il ministro degli Esteri Federica Mogherini si è limitato a dire: “Abbiamo voltato pagina, non è utile tornare su questi eventi”.