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Fiorito sulla Polverini: “Non poteva non sapere”

Fiorito sulla Polverini: “Non poteva non sapere”

“Mi sono sentita tradita da un sistema all’interno del Consiglio che viene da molte legislature che pensava di farla franca anche in un momento difficile come quello che stiamo vivendo. Quello che accade oggi non inizia oggi. Questo sistema si è costruito negli anni. Bisognava capire prima che non era più il momento”. Alla vigilia del Consiglio regionale sui tagli ai costi della “Casta”, la presidente della Regione Lazio Renata Polverini affida ad una lunga intervista alla trasmissione Piazzapulita di La7 le sue riflessioni sullo scandalo dei fondi della Regione Lazio da lei amministrata.

 

 

“Noi assegniamo al Consiglio i fondi in capitolo unico,- si difende la governatrice – loro decidono come ripartirli. Non sapevo dei 300 mila euro di Fiorito perché non avevo titolo a saperlo”. Dimissioni? “Domani vedremo il Consiglio. Domani é l’ultimo atto”. Per Franco Fiorito “La presidente della Regione Renata Polverini non poteva non sapere poiché si trattava di una decisione di cui la giunta prendeva atto”. L’ex capogruppo ha poi spiegato che lui stesso, per effetto della somma delle cariche gestiva 300 mila euro l’anno ma ha aggiunto “le mie spese sono state tutte rendicontate”. Perché ha parlato? “Ero ossessionato dalle richieste di danaro dei consiglieri del mio gruppo. Non ne potevo più”.

 

 

Lo scorso 14 settembre gli uomini delle Fiamme gialle avevano acquisito documenti utili all’indagine aperta dalla procura sulla gestione dei fondi del Pdl. Ieri mattina gli inquirenti sono tornati nella sede del Consiglio regionale del Lazio per ascoltare alcune persone e cercare riscontri alle parole e alle carte depositate da Franco Fiorito che finora è l’unico indagato per peculato. Ha riferito che i veri dissipatori sono altri e fra i tanti, 7 o 8 consiglieri regionali. Il capogruppo in due anni, almeno per 109 volte avrebbe fatto sempre la stessa operazione bancaria: bonifici per importi pari a 4.190 euro o a 8.380 euro, prelevati da uno dei due conti del gruppo Pdl alla Regione Lazio e trasferiti sui suoi personali conti correnti. Costo complessivo degli autobonifici: 753 mila euro. Tutti versati con la stessa causale: “Articolo 8 della legge regionale 14/98”, una delle 4 voci del lauto stipendio mensile (oltre 18mila euro lordi) incassato dai consiglieri regionali laziali, quella che riguarda il “rimborso delle spese sostenute al fine di mantenere il rapporto tra eletto ed elettore”I magistrati, dopo l’interrogatorio con l’ex capogruppo, parlano di “una gestione caotica” dei fondi del partito ai quali si poteva “accedere con estrema facilità”

 

 

Intanto il segretario del Pdl Angelino Alfano ribadisce: “Mai più quello che è accaduto nel Lazio” e convoca per martedì 25 settembre, nella sede del Popolo della Libertà, i capigruppo e i vice capigruppo di tutti i Consigli regionali d’Italia. Mentre sia l’ex Presidente Silvio Berlusconi che il sindaco di Roma Gianni Alemanno invitano Renata Polverini a tenere duro e non dimettersi. Di diverso avviso Pier Luigi Bersani del Pd: “La situazione politica suggerisce questo, penso proprio di sì”. Categorico Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma, che dalle pagine di  Twitter scrive: “c’é una sola cosa da fare: tutti a casa”.

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