Il brutale assassinio di Niccolò Savarino, vigile urbano di Milano, ha provocato rabbia e sconcerto. Immediata la reazione delle forze dell’ordine, che hanno ritrovato velocemente la Bmw X5 con cui è stato travolto lo sventurato, parcheggiata a pochi chilometri dal luogo dell’accaduto e con ancora ben evidenti i segni del sangue del vigile e della vernice della bicicletta con cui si era frapposto fra il pirata dalla strada e l’unica sua via di fuga.
Scoperta velocemente la titolare del mezzo, che non sarebbe però stata alla guida al momento dell’omicidio, ma sarebbe in realtà solo una prestanome, in quanto l’auto veniva invece utilizzata da un nomade di etnia Rom. La donna ha quindi fornito indicazioni preziose su chi fosse in macchina al momento dell’omicidio, cioè: un uomo di 28 anni di nazionalità tedesca ed un altro di 25 anni di nazionalità italiana; entrambi senza fissa dimora con origini slave.
I due assassini non sono stati ancora catturati e la notizia diffusa ieri dell’arresto di due giovani sinti si è rivelata soltanto un flop. I due erano invece testimoni oculari, che hanno collaborato con le forze dell’ordine, risultando preziosi per l’individuazione della Bmw utilizzata per travolgere il coraggioso vigile urbano. Grazie a loro è stato infatti possibile scoprire parzialmente il numero di targa del Suv. Decisivo anche un video di un Atm milanese che ha permesso di far rivedere agli inquirenti la scena dell’impatto mortale.
Il corpo del vigile urbano è stato portato all’ospedale Niguarda, dove in seguito al decesso è stato spostato all’obitorio, dove verrà presto eseguita l’autopsia, che confermerà sicuramente che la causa della morte sia stato proprio il violento impatto che l’ha trascinato per oltre duecento metri prima di farlo sbalzare sull’asfalto di via Varè.
Una forte condanna è arrivata oggi anche dalla Consulta Rom e Sinti di Milano, che insieme ad altre associazioni hanno chiesto che “i colpevoli di questo omicidio, chiunque essi siano, paghino presto per il loro crimine; ma si evitino strumentalizzazione e campagne d’odio che rendono ancora più dura la vita della città.”