Risale al 2006 l’ultimo tentativo fatto per tentare di liberalizzarare parzialmente il settore farmaceutico, ma allora come adesso questa lobby non intende mollare la presa sui proprio privilegi, senza curari poi che questo danneggia i clienti, che non hanno accesso ad una forma di concorrenza abbastanza ampio, ma anche all’Italia in generale, che oggi ha bisogno di questo tipo di riforme più che mai.
A detta delle farmacie con questa riforma si rischierebbe un licenziamento di 18000 dipendenti per i mancati guadagni in caso i farmaci di fascia C fossero liberalizzati, senza contare che secondo loro il cliente in questo modo non verrebbe adeguatamente tutelato per la sua risorsa più preziosa: la salute.
Insomma, Monti si trova al solito blocco affrontato da tutti i governi, quegli egoismi, giustificati apparentemente per giusti motivi, che sommandosi tutti insieme compongono la rovina del nostro paese. Una serrata è stata minacciata per impedire che altri farmacisti, che lavorano all’interno degli ipermercati oppure nelle para-farmacie, possano vendere prodotti normalmente lasciati alle farmacie tradizionali. Secondo Federfarma, il sindacato del settore, sarebbero oltre 17000 i titolari che intendono partecipare allo sciopero.
Al di la del possibile sciopero si sta scatenando una vera e propria battaglia mediatica, fra Federfarma, che paga fior di quattrini per far pubblicare ai giornali inserzioni con le “gravissime” conseguenze per la salute dei cittadini delle riforme auspicate da Monti, mentre dall’altro lato il Movimento nazionale liberi farmacisti e l’Associazione nazionale parafarmacie italiane, rispondono sul web asserendo che tali conseguenze sono invece delle “menzogne” propugnate al solo scopo di difendere gli interessi della categoria ed hanno annunciato di aver allertato gli avvocati per accusare gli autori di quei messaggi per “procurato allarme, falso ideologico e diffamazione“.
Al momento non c’è certezza di cosa il parlamento deciderà di fare, in quanto è evidente la frattura nella maggioranza, che vede il Pd e l’Udc schierarsi al fianco di Monti per la liberalizzazione, mentre il Pdl e la Lega contrari (sebbene fra il Pdl c’è chi pensa sia giusto votare la manovra).