Il premier Matteo Renzi, a margine di un incontro a Palazzo Chigi con lo chef Massimo Bottura, ieri, ha commentato i risultati dei ballottaggi di domenica, che hanno visto il Pd vincere solo in due delle grandi città, Milano e Bologna, e perdere nelle maggior parte delle altre, a vantaggio soprattutto del Movimento 5 Stelle, e ha quindi ammesso: “Confermiamo che il voto ha ragioni di forte valenza territoriale ma c’è un elemento nazionale: una vittoria netta e indiscutibile nei comuni dei 5stelle contro di noi. Non è un voto di protesta ma di cambiamento non solo nei comuni in cui ha vinto il M5S. Ha vinto chi ha interpretato meglio l’ansia di cambiamento. Se c’è una cosa che il governo deve dire è un caloroso buon lavoro a tutti gli eletti”. I giornalisti hanno più volte chiesto a Renzi quali potessero essere le conseguenze del voto, ma lui ha rimandato tutto alla direzione del partito che ha convocato per venerdì 24 giugno al Nazareno. spiegando: “Nel Pd faremo un confronto ampio e articolato, una discussione franca, vera e sincera, a viso aperto, su tutte le questioni”.
Quanto ad un’eventuale modifica della legge elettorale, come chiesto dalla minoranza dem, il premier ha risposto: “Non mi sembra sia all’ordine del giorno“. Dalla minoranza, inoltre, Roberto Speranza e Gianni Cuperlo, assieme a qualche esponente della maggioranza come Cesare Damiano, hanno richiesto un cambio di rotta nelle politiche dell’esecutivo, soprattutto in campo sociale. Speranza, in particolare, vorrebbe un rinnovamento e una riorganizzazione del partito, ha criticato il doppio incarico di Renzi, premier e segretario, e l’alleanza con Verdini, e ha invece proposto di “ricostruire il centrosinistra”. Il segretario sarebbe comunque disponibile a mediare per evitare lo scontro, che del resto non si può neanche permettere, perché un partito diviso limiterebbe le possibilità di vittoria al referendum sulle riforme costituzionali di ottobre. A livello territoriale si inizierà, pertanto, un rinnovamento della classe dirigente, ma a livello nazionale, a parte il rilancio della segreteria, non vi saranno grandi cambiamenti.
Canta vittoria, invece, il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, che dall’hotel Forum di Roma, dove ha passato la notte dopo la conquista del Campidoglio da parte della candidata del Movimento Virginia Raggi, ha dichiarato: “Sia io che Gianroberto Casaleggio siamo stati tessitori di questa allucinazione, di questa meravigliosa missione impossibile: ora costringeremo i nostri avversari a diventare delle persone perbene. Questa è la grande vittoria del Movimento”. Per Grillo, poi, quanti sostenevano che il Movimento avrebbe dovuto necessariamente stringere alleanze “si sbagliavano e lo abbiamo dimostrato”, e ora si può puntare direttamente a Palazzo Chigi: “Ora voliamo alto verso il governo nazionale. L’aereo della missione impossibile è decollato e prenderemo quota. Dall’inizio ci hanno sempre detto: “E’ impossibile che ce la facciate. Ora l’obiettivo è cambiare quota e puntare alla guida dell’Italia. Le coscienze degli italiani evidentemente hanno iniziato a prendere forma” ha affermato.
Sul suo blog, poco prima, aveva scritto un post intitolato “Chi ha vinto e chi ha perso. Ora tocca a noi”, in cui spiegava: “Hanno vinto i cittadini che vogliono cambiare questo paese, hanno perso i partiti, le alleanze e le accozzaglie di liste civiche. Ha perso chi non conosce il Paese e vive solo nel palazzo”. Critico verso tutti il ministro dell’Interno e leader di Ncd Angelino Alfano, che ha affermato: “Sono state elezioni in cui può festeggiare solo il M5S, è inutile girarci attorno. Il Pd ha preso una bella batosta, ma il centrodestra non ha nulla da festeggiare perché non è mai stato così all’asciutto“. Per il leader della Lega Nord Matteo Salvini, invece, “gli italiani non credono più a Renzi”.