Edoardo Costa, attore di soap opera famose come “Vivere” e “Un posto al sole”, è stato condannato a tre anni di reclusione e duemila euro di ammenda per essersi appropriato di circa 340mila euro degli oltre 700mila donati all’associazione onlus C.I.A.K, da lui presieduta al fine di aiutare i bambini dei Paesi più poveri nel mondo.
Il giudice della terza sezione penale del Tribunale di Milano Marina Zelante ha emesso la sentenza con rito abbreviato, come richiesto dallo stesso attore. In data 31 maggio 2012 il pubblico ministero Bruna Albertini aveva chiesto di condannare l’imputato a quattro anni di carcere, per i reati di truffa aggravata e appropriazione indebita per un totale di 726.642 euro ai danni di 93 persone, falso ideologico e materiale e uso di atto falso. Oggi il giudice Zelante ha ufficialmente riconosciuto la colpevolezza di Edoardo Costa per truffa riguardo all’ammontare di 205mila euro sui 382mila contestati e per l’appropriazione indebita di 138mila euro sui 343mila contestati.
L’ex modello è stato assolto dai reati di falso a causa della mancanza di querela, ma è stato condannato a pagare 7mila euro di provvisionale a una delle tre vittime che si sono costituite parte civile come anticipo sul risarcimento, che verrà successivamente quantificato in un altro processo. A ricevere il risarcimento è stata la titolare dello studio “Danza Attitude” di Domodossola, che aveva raccolto circa 4mila euro per la onlus di Costa con uno spettacolo.
L’indagine della Guardia di Finanza che ha messo nei guai Edoardo Costa è partita proprio a causa di alcune segnalazioni giunte alla redazione dei programmi televisivi “Striscia la Notizia” e “Italian Job”, che avevano mandato in onda alcuni servizi riguardo presunte appropriazioni da parte dell’attore delle somme raccolte in occasione di una serie eventi e serate di beneficenza. In seguito ad accertamenti, era poi emerso che l’associazione C.I.A.K. (Construction Intelligent Association Kids), nata nel 2002 senza scopo di lucro, aveva in realtà destinato ai bambini poveri del Terzo mondo soltanto 80mila dei 726.642 euro ricevuti per tale finalità.
A sentenza emessa, l’avvocato di Costa, Enrico Allegro ha dichiarato: “Letta la sentenza, andremo in appello. Non può essere diversamente, perché questa è in realtà una sana evasione fiscale, che già per due annualità è stata punita dal giudice di Varese con una multa da 5mila euro”.