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Cosa fare in caso di terremoto: i consigli della Protezione Civile

Cosa fare in caso di terremoto: i consigli della Protezione Civile

La Protezione Civile, sul suo sito web, dà una serie di consigli da seguire prima, durante e dopo un terremoto. In Italia, infatti, la maggior parte delle persone non è preparata ad affrontare un evento naturale del genere come, invece, accade in altri Paesi del mondo; Giappone in primis o come in Canada, dove ogni sito web ufficiale delle città ha la lista dei consigli da tenere in caso di calamità naturali di tutti i tipi.

Dopo l’ennesimo evento sismico avvenuto in Italia all’1:05 di questa notte – in Calabria, dove una forte scossa di magnitudo 5.0 della scala Richter ha fatto tremare i dintorni di Cosenza e Potenza – e in attesa che ci si decida ad investire in sicurezza ed in prevenzione – il che consentirebbe di risparmiare da 5 a 7 volte rispetto a quanto si spende in emergenza – è, dunque, essenziale che i cittadini siano preparati ad affrontare situazioni del genere:

  1. In caso di scossa, il primo consiglio da seguire è quello di identificare posti sicuri all’interno o all’esterno della propria abitazione come, ad esempio, sotto mobili robusti o – meglio ancora – nel vano di una porta inserita in un muro portante – quelli più spessi – ma lontano da vetri che possano rompersi o da librerie pesanti o simili che possano caderci addosso; per lo stesso motivo, all’esterno è bene allontanarsi da edifici, alberi, linee telefoniche ed elettriche, cavalcavia o autostrade sopraelevate. Tutto ciò potrebbe, infatti, proteggerci da eventuali crolli: molti studi hanno dimostrato che la maggior parte dei ferimenti e delle morti avvenute in seguito a terremoti negli USA, nei decenni passati, sono state causate dalla caduta di oggetti come TV, lampade, vetri, librerie o armadi.
  2. Il secondo punto è quello di non precipitarsi mai verso le scale e di non usare l’ascensore, in quanto le scale sono la parte più debole dell’edificio e l’ascensore, ovviamente, può bloccarsi ed impedirci di uscire.
  3. In automobile, mai sostare nei pressi di ponti, di terreni franosi o di spiagge, perché potrebbero lesionarsi o crollare e potrebbe raggiungerci uno tsunami.
  4. Evitare di andare in giro per la città, ma raggiungere un punto di attesa nella aree individuate dal piano di emergenza comunale o, comunque, in ampie aree sicure.
  5. Evitare di usare il telefono per lasciare le linee telefoniche libere, così come le strade per non intralciare i soccorsi.

La cosa migliore è, dunque, quella di mettersi immediatamente sotto un tavolo e tenersi forte stando tranquilli, in quanto è il miglior modo per non ferirsi in attesa che termini l’evento sismico. Detto questo, occorre ricordare che ad uccidere non sono i terremoti, ma sono le case che ci crollano addosso e che occorre un piano nazionale per la messa in sicurezza del territorio: “La burocrazia uccide più del terremoto“, scriveva Danilo Dolci, attivista siciliano negli anni successivi al sisma del Belice. Nulla è cambiato.

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