Un adolescente dell’Oklahoma (USA) condannato per omicidio colposo a 10 anni di libertà vigilata, dovrà però eseguire tutta una serie di obblighi che includono regolarmente anche quello di frequentare la chiesa. Tyler Alread, oggi 17 anni, il 3 dicembre 2011, causò un incidente stradale nel quale morì un suo coetaneo John Luke Dum, che era seduto nell’auto accanto a lui. Pur non essendo ubriaco, Tyler aveva comunque bevuto dell’alcool, cosa vietata dalla legge in quanto era al di sotto dell’età legale per bere e quindi considerato sotto l’influenza di alcool mentre guidava. Lo studente di scuola superiore si è dichiarato colpevole nel mese di agosto per omicidio colposo. Alred prima della sua condanna ha detto alla corte: “Voglio cambiare la mia vita.”
I membri della famiglia della vittima non hanno voluto che Tyler finisse in prigione ed, in questo senso, hanno spinto il giudice Mike Norman a condannarlo a 10 anni di libertà vigilata. “Non abbiamo bisogno di vedere due vite sprecate per un errore,” ha riferito Caitlin, sorella di Dum, in un comunicato. Invece di condannare l’adolescente al tempo prigione, il giudice Mike Norman gli ha dato una condanna a 10 anni differita. Per rimanere fuori dalla prigione, Tyler Alred dovrà prendere un diploma di scuola superiore, fare alcool test e quello per la nicotina e per le droghe per un anno, partecipare alle riunioni di gruppi di sensibilizzazione sulle conseguenze degli incidenti stradali e andare regolarmente in chiesa.
Tale ultimo requisito “solleva questioni legali a causa della separazione (di) Stato e Chiesa.” secondo Randall Coyne, professore di diritto presso l’Università dell’Oklahoma. Gary Allison, professore presso l’University of Tulsa, ritiene che però in questo caso sembra che il compito della Chiesa “sia quello di costringere le persone a fare attività religiose che altrimenti non farebbero di loro spontanea volontà.”
Questo a quanto pare non è il caso di Alred, però. “Il mio cliente va in chiesa ogni Domenica,” riferisce l’avvocato difensore Donn Baker. “Non sarà un problema per lui.”