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Carlo Lefebvre: dalla Geografia Economico-Politica alla narrativa crime

Carlo Lefebvre: dalla Geografia Economico-Politica alla narrativa crime

Chi ha sempre avuto un debole per i libri che parlano di terrorismo internazionale, spionaggio a livello industriale, ma anche narrative ricche di colpi di scena e di intrighi, non potrà che inevitabilmente appassionarsi anche al primo romanzo scritto da Carlo Lefebvre, edito da Giunti e lanciato in commercio a giugno di quest’anno, disponibile anche su Amazon.

Un debutto veramente con il botto, che chiaramente lascia sorpresi, di fronte comunque ad un autore che ha una grande esperienza di Geografia Economico-Politica, che ha insegnato per tanti anni all’università Sapienza di Roma. Non è un caso, quindi, se già dalle prime pagine si possa assaporare in tutta la sua originalità e tensione, un’atmosfera ricca di intrighi internazionali, in cui Lefebvre mostra di conoscere appieno gli strumenti per maneggiare con disinvoltura anche la descrizione dei luoghi in cui si sviluppa la vicenda, che ha alla base delle dinamiche non solo a livello economico, ma che ricadono anche sul sociale.

Tre omicidi che danno indizi contraddittori al commissario Gerard

Un ritmo intenso e incalzante che non smette mai di trasmette emozioni, stando alla recensione de “La Nazione”, per un racconto che parte dall’Olanda, dove un giorno come tanti altri, un omicidio stronca la vita di Mick Hendricks, un analista particolarmente bravo che lavora per la Seleksoft, una multinazionale molto conosciuta per sviluppare software adatti a criptare informazioni sensibili. Un omicidio in piena regola, organizzato nei minimi particolari, con una spedizione di killer professionisti che hanno freddato l’uomo all’alba nel suo ufficio che si staglia sul meraviglioso vecchio porto di Amsterdam.

Passano esattamente nove mesi da quando si diffonde la notizia di un altro omicidio, in tutt’altro Paese, che riguarda un contabile di un priorato in Francia, a Chatillon-sur-Marne, che perde la vita precipitando dal campanile di una chiesa, sempre all’alba. La pista del suicidio pare non convincere molto l’ispettore Legrand, che in men che non si dica prende in mano l’indagine e parte per Marsiglia. Proprio in un hotel della città francese, anche l’ispettore perde la vita, assassinato.

Ed ecco che entra in scena il commissario Gerard, il personaggio su cui Lefebvre punta tantissimo, a capo della DCRI, che stava già collaborando con la polizia in Olanda per l’indagine sul caso Hendricks e che viene a sapere anche della dipartita del suo amico di vecchia data, l’ispettore Legrand. Un susseguirsi di colpi di scena, alla ricerca di tracce che lasciano un’atmosfera ambigua e indizi che paiono contraddirsi passo dopo passo.

L’incontro con Sahar

Il puzzle è di difficile risoluzione, anche perché di mezzo c’è pure la bellissima Sahar, una giovane donna tunisina che finisce suo malgrado nel bel mezzo di questa drammatica storia. Così, la vita del commissario Gerard, che ha un debole per i cani abbandonati ed è stato lasciato dalla donna che ama, e quella della giovane Sahar cominciano a intrecciarsi continuamente.

Un percorso a ostacoli, che porterà i lettori de “La Fuggitiva” alla scoperta di un intrigo internazionale in cui l’ambientazione viene sempre al primo posto. I movimenti dei personaggi sono costanti e frequenti, partendo da Amsterdam e dal vecchio porto per poi arrivare alle strade di Parigi, senza dimenticare la Grecia e i Balcani.

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