Il governo ha dato il via libera all’uso della cannabis a scopo terapeutico, decidendo di non impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge promulgata dalla Regione Abruzzo lo scorso gennaio, in cui è prevista l’erogazione su ricetta medica dei farmaci a base di cannabinoidi. Si tratta di un segnale importante dall’esecutivo, che conferma in sostanza l’orientamento favorevole all’uso della cannabis a fini terapeutici, che è già riconosciuto dalla legge a livello nazionale, ma i precedenti governi di centrodestra e il governo Monti avevano sempre impugnato le leggi regionali che dovevano regolare tale principio. La legge regionale abruzzese è infatti arrivata dopo quelle varate in Toscana, poi in Liguria (legge impugnata dal governo Monti), nelle Marche, ma solo “in assenza di valide alternative terapeutiche“, in Friuli Venezia Giulia, in Puglia e in Veneto (anche qui impugnata dal governo Monti).
A gennaio, inoltre, il senatore del Pd Luigi Manconi aveva presentato un disegno di legge per introdurre la possibilità dell’uso curativo con la canapa e maggiori aperture ai farmaci che già la contengono, che prevedeva anche la non punibilità della coltivazione per uso personale di mariujana. D’accordo con la decisione del governo anche il senatore del Nuovo Centrodestra Carlo Giovanardi, coautore della legge Fini-Giovanardi del 2006 che equiparava le droghe leggere alle droghe pesanti e che è stata di recente bocciata dalla Consulta: “E’ una legge in sintonia con la legislazione nazionale in vigore, la norma ammette la cannabis per ragioni curative dietro presentazione della ricetta medica. Ed ha fatto bene il governo a non impugnarla” ha dichiarato il senatore.
L’esecutivo ha quindi dato il via libera ad una norma, quella della regione Abruzzo, considerata tra le più liberali di quelle previste in ambito regionale. Tale norma prevede che i “medicinali cannabinoidi possono essere prescritti, con oneri a carico del sistema sanitario regionale, da medici specialisti del SSR e da medici di medicina generale del SSR, sulla base di un piano terapeutico redatto dal medico specialista”, e la cura può avvenire sia “in ambito ospedaliero o in strutture ad esso assimilabile” che “in ambito domiciliare”, ma in entrambi i casi l’erogazione è gratuita.
I farmaci a base di cannabinoidi, inoltre, possono essere prescritti anche dal medico di base, secondo un piano terapeutico redatto da un medico specialista. Il consigliere regionale abruzzese Mario Acerbo, di Rifondazione Comunista, che nel 2011 ha promosso la norma insieme ad Antonio Saia dei Comunisti italiani, ha commentato: “Questa è una vittoria del buon senso perchè già il ministero aveva autorizzato l’uso terapeutico e l‘Abruzzo diventa capofila perchè lo ha disciplinato. Perfino Giovanardi è favorevole all’uso medico dei cannabinoidi, ma queste buone intenzioni fino ad oggi non erano operative”.