Cominciano ad emergere ulteriori dettagli sull’intricata vicenda del calcio scommesse su cui indaga da tempo la Procura di Cremona. A parlare è Hrystiyan Ilievski, lo scommettitore macedone considerata la mente dietro la cosiddetta organizzazione degli Zingari, il quale, per ridimensionare le accuse a lui rivolte, sostiene che non esiste nessuna banda che trucca i campionati di calcio, quanto piuttosto gruppi di scommettitori, che comprano informazioni dai calciatori che “aggiustano” le partite, per ragioni sportive oppure per interessi della mafia locale. L’Italia è ammalata di gioco d’azzardo, e gli scommettitori del calcio italiano, sostiene Ilievski, avrebbero anche una base operativa, un albergo di Milano situato in via Como.
“Indagano su di me o Gegic, ma perché non cercano di capire chi è che ogni domenica va in questo albergo?“, afferma lo scommettitore macedone, facendo anche un nome, Salvatore, di origini siciliane o calabresi, all’incirca 65 anni di età. “Di lui so soltanto che ha una serie di cellulari, fa un paio di telefonate, apre un computer e poco prima del calcio di inizio dice se la partita si può giocare oppure no. Se sì, si scommette. Altrimenti si va tutti a casa“. La mafia ha allungato i suoi tentacoli sul calcio, ma sono italiani o albanesi ad orchestrare il tutto, non gli zingari, dichiara ai magistrati Ilievski. Il sistema prevede puntate molto elevate, dai trentamila euro in su, e tutti si incontrano in questo fantomatico albergo, frequentato da calciatori ed ex fuoriclasse, oltre che naturalmente un folto gruppo di malavitosi.
Ilievski ha snocciolato agli inquirenti una lunga serie di aneddoti, spiegando ad esempio come a Verona a comandare il gioco d’azzardo sarebbe il gruppo dei fratelli Cossato, anche loro iscritti nel registro degli indagati. Altro personaggio cruciale sarebbe Ivan Tisci, anch’egli assiduo frequentatore dell’Hotel Scommesse, come è stato ribattezzato, il quale era l’elemento di unione tra vari indagati, il gruppo di Erodiani, Bellavista, Pirani e gli stessi Zingari, anzi sarebbe stato proprio Tisci a portare gli slavi nel mercato italiano. I magistrati dovranno sbrogliare l’intricata matassa, ma una cosa sembra ormai assodata: il calcio scommesse non è una bolla di sapone, un’esagerazione mediatica, e soltanto andando fino in fondo si potrà estirpare alla radice questo Male oscuro che sta divorando lo sport più amato dagli italiani.