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Calabria, arrestato consigliere regionale: voto di scambio e truffa

Calabria, arrestato consigliere regionale: voto di scambio e truffa

Questa mattina è stato arrestato il consigliere regionale della Calabria Antonio Rappoccio, del gruppo Insieme per la Calabria – Scopelliti presidente in quota Pri, con le accuse di associazione per delinquere, corruzione elettorale aggravata, truffa e peculato. L’autore dell’esposto che ha dato vita all’inchiesta della Procura della Repubblica è Aurelio Chizzoniti, primo dei non eletti nella lista Insieme per la Calabria. Rappoccio, già rinviato a giudizio per corruzione elettorale semplice, in seguito ad un’inchiesta che lo vedeva indagato insieme ad altre 17 persone, è stato raggiunto in mattinata dall’ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta del procuratore capo Francesco Scuderi, che ha avocato le indagini nel giugno scorso, ed eseguita dai finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Reggio Calabria e dagli uomini della Sezione di Polizia giudiziaria.

Secondo le ricostruzioni, il consigliere aveva messo a punto un sistema fraudolento che si serviva di una società appositamente creata per promettere posti di lavoro al fine di ottenere un serbatoio di voti che gli ha effettivamente consentito di essere eletto in occasione delle elezioni regionali del 2010. L’accusa di associazione a delinquere è scattata quando si è scoperto che con questo sistema, Rappoccio ha tentato di fare eleggere al Consiglio comunale di Reggio, nel maggio 2011, Elisa Campolo, che pur non essendo stata eletta, ha comunque ottenuto un numero significativo di voti.

La condotta fraudolenta del politico è emersa anche dalla scoperta di alcune società fantasma, come la Sud Energia, costituite sempre al fine di raccogliere voti, che gli sono valse l’accusa di truffa. In un caso, mediante l’invio di lettere a firma del presidente del consiglio di amministrazione veniva promesso, in occasione delle elezioni comunali del maggio 2011, un posto di lavoro in cambio del voto a Elisa Campolo, mentre nel caso della cooperativa Alicante, circa 850 persone sono state indotte ad iscriversi pagando 15 euro per partecipare, in seguito al pagamento di altri 20 euro, ad un concorso “superando il quale, a dire del Rappoccio e dei suoi correi, avrebbero avuto concrete possibilità di lavoro”. L’accusa di peculato è stata contestata al consigliere regionale in quanto gran parte delle telefonate fatte per contattare le vittime del raggiro sono state effettuate dalla sede del gruppo di Pri nel palazzo comunale di Reggio Calabria.

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