Ancora purtroppo una morte sul luogo lavoro. Questa volta il luogo dell’ennesima tragedia lavorativa è la periferia foggiana. Un operaio di 55 anni, Luigi La Penna, di San Severo è morto mentre era intento a spalare la neve su un tetto dell’azienda dove era dipendente.
Secondo le prime ricostruzioni l’operaio si trovava su un capannone dell’azienda, la “De Lisi” di San Severo, poiché aveva avuto il compito ti alleggerire il tetto di un reparto della ditta che era colmo della tanta neve che era caduta in questi giorni. Nell’ operazione avrebbe messo il piede in una zona senza pavimento, perdendo di conseguenza l’equilibrio.
Nella caduta, da oltre 10 metri d’altezza, ha sbattuto violentemente la testa. Nonostante sia prontamente partita la chiamata per i soccorsi, al suo arrivo al Pronto Soccorso dell’ospedale Masselli Mascia, i medici non hanno potuto fare nulla e constatare di conseguenza il decesso di La Penna.
La “De Lisi”, che opera nel campo della lavorazione del ferro, proprio recentemente aveva dichiarato la situazione economica non proprio florida, tanto da mettere in cassa integrazione alcuni suoi dipendenti. Al momento non si sa se La Penna fosse tra questi.
Intanto, già arrivano i primi commenti dei sindacati. Innanzitutto Gabriele Taranto, segretario generale Ugl di Foggia: “Esprimiamo profondo cordoglio per la tragica scomparsa di Luigi La Penna. Siamo di fronte all’ennesimo episodio di una guerra che ogni anno miete centinaia di vittime, colpevoli solo di fare il proprio dovere per il loro sostentamento e quello delle proprie famiglie. Anche per questo operaio l’impegno della Ugl continuerà nella lotta agli incidenti sul lavoro avendo ben presente le difficoltà di un sistema del lavoro che vede una normativa nazionale sempre più debole e di un mercato sempre più selvaggio che vuole meno diritti e meno tutele”.
Sulla tragica morte, è arrivato anche il commento della Cgil: “Non è il caso di parlare di morti bianche. In un periodo in cui tantissime aziende e i loro dipendenti attraversano una fase di profonda crisi, i lavoratori vivono il ricatto occupazionale e accettano qualunque mansione. Non vengano a dirci, come accaduto altre volte, che l’operaio è salito sul tetto di sua iniziativa. Suonerebbe indecente e come offesa postuma a La Penna e al dolore sei suoi cari”.