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Brindisi, la Sacra Corona Unita cerca gli attentatori

Brindisi, la Sacra Corona Unita cerca gli attentatori

Una sorta di giustizia parallela. Non solo sembra che con la strage di Brindisi, costata la vita alla giovane Melissa Bassi, non centri nulla, ma anzi si è addirittura messa in cerca del colpevole (o colpevoli) per fargliela pagare amaramente. Parliamo della Sacra Corona Unita, la mafia pugliese. Raffaele Brandi, ritenuto uno degli esponenti più significativi della frangia brindisina della SCU, ha infatti avvicinato il caposcorta del Pubblico Ministero Milto De Nozza, comunicandogli che la Sacra Corona Unita è del tutto estranea all’attentato di Brindisi e che si muove in parallelo alla giustizia.

“Dite al procuratore che se li prendiamo noi gli attentatori, ce li mangiamo vivi, è questo il messaggio”. Queste le parole esatte riferite al caposcorta, mentre alcune studentesse hanno dichiarato di aver visto un uomo fuori la scuola che le fissava. Quindi, secondo quanto riferito da Il Corriere della Sera, si è dunque fatta viva rispondendo al Procuratore Motta, che all’inizio delle indagini si era per l’appunto augurato che la Sacra Corona Unita collaborasse attivamente alle indagini.

Per quanto riguarda l’inchiesta vera e propria, ieri è stato rilasciato (proprio nel giorno dei funerali di Melissa Bassi) l’uomo fermato come possibile attentatore, insieme al fratello. Difatti non sono bastate l’età dell’uomo (intorno ai 50-60 anni), le competenze elettroniche, la menomazione al braccio destro e la somiglianza con l’uomo ripreso nei video, a stabilire il certo coinvolgimento dell’uomo nella strage dinanzi all’istituto Morvillo Falcone.

Molti testimoni, però, hanno asserito di aver visto spesso un uomo dalle simili sembianze fuori l’istituto una decina di giorni prima dell’attentato, a volte anche con un computer e senza fare nulla. Le studentesse dell’istituto hanno dichiarato di aver visto spesso un uomo aggirarsi nei pressi della scuola, guardando con insistenza le ragazzine tanto che queste ultime erano solite chiamarlo “Il Maniaco”. Le indagini, dunque, continuano. Anche con l’aiuto della Mafia.

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