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Bon Jovi apre un ristorante dove paghi quel che vuoi

Bon Jovi apre un ristorante dove paghi quel che vuoi

Il cantante è sempre stato un buongustaio ed in quanto a beneficenza ha contribuito molto su vari fronti, sia prestando la sua voce, sia offrendo cifre notevoli perfino per un rocker come lui. Con la crisi che avanza ed un numero sempre crescente di persone che non possono permettersi un pasto lui ha pensato di realizzare il “Soul Kitchen”, un ristorante dove paghi quello che vuoi.

Bon Jovi ha avuto l’idea pensando sia ai lauti pasti consumati nel New Jersey, sia pensando che tanta gente non può permettersi certi piatti ed anzi è costretta ad essere stigmatizzata dalle persone che conoscono perché per mangiare devono andare ad una mensa per poveri. Concepisce così l’idea di un ristorante solidale, dove puoi ordinare piatti d’alta cucina e gustarteli senza il timore di dover pagare un conto esoso, anzi, puoi pagare quello che vuoi o non pagare affatto.

Sul tavolo infatti viene lasciata una busta dove puoi mettere il denaro che senti di dover pagare per quel pasto e quindi è del tutto anonima la cifra che lasci, senza doverti vergognare di non avere un soldo. La cucina però non offre solo brodo e pane duro, tutt’altro! Ci sono piatti raffinati come: pesce gatto con farina gialla in crosta di fagioli rossi e riso, petto di pollo alla griglia con basilico e maionese fatta in casa, riso pilaf, salmone alla griglia con spezie soul, purè di patate, verdure saltate in padella, molte delle quali sono state coltivate nell’orto appena fuori le porte del ristorante.

Se non hai i soldi per pagare puoi tranquillamente sdebitarti alla vecchia maniera, con un lavoretto semplice, ad esempio lavorando qualche giorno nel locale in cucina o come cameriere (a seconda delle capacità) si può mangiare per oltre dieci giorni insieme alla propria famiglia. Un’opportunità davvero ottima per chi ha perso il lavoro e mentre aspetta di trovarne un altro ha l’occasione di dare ai propri figli un buon pasto senza costringerli all’etichetta di “poveri” che li affliggerebbe fra i loro coetanei se andassero ad una mensa.

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