A Bologna, un commerciante si è tolto la vita, impiccandosi nel bagno del retrobottega del suo negozio – una rivendita di ricambi per elettrodomestici nella zona di San Donato, la P.M. SAS in via Duse – perché aveva un debito di 20 mila euro che non riusciva a pagare. L’uomo – Piero Marchi di 48 anni, padre di una bambina di appena un anno – ha lasciato un biglietto di scuse ai familiari, nel quale ha spiegato le motivazioni del suo gesto. Da poco, aveva ricevuto una cartella esattoriale da Equitalia per una somma di 20 mila euro e, recentemente, aveva anche avuto diverse liti con i condomini del suo palazzo per non aver pagato una rata condominiale, trovandosi in gravi difficoltà economiche. La lite era stata talmente tanto accesa da richiedere l’intervento della Polizia. La sorella di Marchi conferma i grossi problemi economici in cui si trovava il fratello, a causa della cartella esattoriale che aveva ricevuto da Equitalia.
A Vicenza, si è invece tolto la vita un agente immobiliare – un uomo di 52 anni, padre di due figli di 21 e 24 anni – nei pressi di un parco pubblico, nelle vicinanze di una scuola elementare. L’uomo ha attaccato una corda su una giostra e si è impiccato. Nel 2005, aveva abbandonato la precedente attività – la gestione di un negozio di liquori – aveva iniziato a lavorare come agente immobiliare – con molte difficoltà, data la crisi nel settore immobiliare – e si era separato dalla moglie, la quale ha recentemente aperto con i figli un locale di successo. L’uomo ha deciso di togliersi la vita dopo aver salutato gli ignari figli, che stavano per partire per Sharm El Sheik per una vacanza con la madre.
I familiari delle vittime della crisi di questi ultimi tempi sottolineano l’isolamento in cui queste persone si trovano, decidendo di tenere tutto per sé, a causa della vergogna per i problemi economici e del fatto di non potercela fare da soli. Dunque, la crisi continua inesorabilmente a mietere vittime, ma quante persone dovranno ancora morire prima che qualcosa cambi in Italia?