A lanciare l’allarme, è il presidente dell’Inps, Tito Boeri che nel corso di un’audizione alla Commissione Lavoro della Camera, parla delle riforme sul sistema previdenziale che il Governo starebbe per mettere in atto.
Secondo il presidente dell’Inps, gli interventi previsti del Governo sul sistema previdenziale potrebbero costare fino a 140 miliardi solo nei primi 10 anni.
A partire dal 2046 le cose potrebbero migliorare e la spesa potrebbe scendere visto che le persone saranno andate in pensione in anticipo e con assegni più bassi rispetto a quelli che avrebbero ottenuto andando invece in pensione con le leggi attuali e andando in qualche modo a riequilibrare i costi.
Il calcolo proposto da Boeri è legato all’introduzione della quota 100 e anche al blocco immediato dell’adeguamento dell’aspettativa di vita sui contributi necessari per la richiesta della pensione anticipata così come al blocco dopo il 2019 dell’adeguamento sull’età di vecchiaia.
Il presidente dell’Inps non risparmia le critiche alla manovra ricordando anche come l’introduzione del sistema previdenziale della quota 100 con un minimo di 62 anni di età e 38 di contributi e lo stop all’indicizzazione alla speranza di vita per i requisiti contributivi nella pensione anticipata determina un “incremento del debito pensionistico destinato a gravare sulle generazioni future nell’ordine di 100 miliardi”.
Nel corso della sua audizione, Boeri suggerisce anche che il Governo potrebbe ottenere un risparmio di 300 milioni l’anno se intervenisse sulla riduzione della soglia per l’intervento sulle pensioni d’oro scendendo a 78.000 euro lordi dai 90.000 attuali previsti.
Per dar aumentate i risparmi a arrivare al risparmio di un miliardo in tre anni promesso dal Governo viene previsto il blocco della perequazione per le prestazioni superiori a sei volte il minimo, praticamente 3.000 euro al mese, seguendo il modello dell’intervento operato dal Governo Letta.
photo credits | think stock