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Benzinai in sciopero, il Ministro convoca i gestori

Benzinai in sciopero, il Ministro convoca i gestori

Il ministro dello Sviluppo ha chiamato i rappresentati dei benzinai dopo che il Coordinamento Nazionale Unitario di Faib, Confesercenti e Fegica Ciel ha confermato che l’intenzione di scioperare per ben 15 giorni nei prossimi tre mesi, a partire dalle 19,00 di oggi. “Il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico Stefano Saglia, d’intesa con il Ministro Paolo Romani ha preparato per questa mattina l’incontro per tentare di risolvere la vertemza; tuttavia la proposta del ministro ha suscitato reazioni più fredde del previsto ” hanno diffuso le agenzie di stampa.

Lo sciopero era nato dalla “confusione” generata dal governo rispetto alle politiche inerenti i carburanti e che metterebbero duramente alla prova tutti gli esercenti. I sindacati hanno spiegato che il primo sciopero inizierà oggi alle 19,00 e terminerà alle 07,00 dell’11 novembre. Ragionevolmente lo sciopero è stato sospeso nelle zone liguri colpite da alluvione e che quindi rischierebbero un rallentamento dei soccorsi.

Le rivendicazioni principali sono le mancate liberalizzazioni nel settore e la mancanza di provvedimenti di deduzione forfettaria, ossia agevolazione fiscale “che, per venti anni, era stata utilizzata per compensare il ruolo di sostituto d’imposta che la categoria dei Gestori assume… incassando e riversando 38 miliardi di euro all’anno di tasse, ta accise e iva, nelle tasche del ministro Tremonti.

L’agevolazione consiste in sostanza nella possibilità di ridurre il debito d’impresa di un ammontare calcolato in percentuale ai ricavi conseguiti per la cessione di carburanti. Le rivendicazioni dei benzinai sono in se stesse giuste, anzi, sono legittime e promesse da parecchio tempo; tuttavia parecchi si chiedano se sia questa la congiuntura migliore per manifestare contro il mancato adempimento del governo, visto che già zoppica in parlamento e che gli occhi di Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale sono puntati tutti sui conti italiani. L’aumento delle tasse sui carburanti recentemente utilizzato per battere cassa dal governo tuttavia non aiuta i benzinai ad essere clementi.

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