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Aggressione allo studente a Milano, quanto rischiano i ragazzi arrestati

Aggressione allo studente a Milano, quanto rischiano i ragazzi arrestati

Caldo il tema dell’aggressione allo studente a Milano. Un episodio di efferata violenza ha scosso la cronaca milanese: uno studente dell’Università Bocconi è stato brutalmente rapinato, picchiato e accoltellato, riportando lesioni così gravi da causargli un’invalidità permanente. L’aggressione, avvenuta il 12 ottobre nella zona della movida di corso Como, si è consumata per un bottino irrisorio: una banconota da soli 50 euro.

Quanto rischiano dopo l’aggressione allo studente a Milano

Questo gesto sconsiderato ha avuto l’effetto di distruggere la vita della giovane vittima. I cinque aggressori coinvolti, due maggiorenni di 18 anni e tre minorenni di 17 anni, sono stati arrestati e devono rispondere di imputazioni pesantissime, la principale delle quali è il tentato omicidio. L’azione è stata contestata con diverse aggravanti che ne sottolineano l’estrema gravità. Infatti parliamo di concorso di persone, visto come il fatto sia stato commesso da cinque individui.

Finalità di rapina, l’obiettivo era quello di sottrarre del denaro. Altro aspetto è concorso con minorenni, i 18eenni hanno agito in un gruppo con persone non ancora maggiorenni. Infine c’è la condizione di sopraffazione. In quest’ultimo caso l’aggravante è aver approfittato della situazione, inclusi l’orario notturno e l’assenza di soccorritori, che impedivano allo studente qualsiasi difesa. Il referto del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), Chiara Valori, ha evidenziato una palese e “evidente condizione di sopraffazione”, manifestata anche dopo i “primi colpi inferti”.

L’accusa di rapina è ulteriormente aggravata dall’uso di un’arma, il coltello che ha provocato lesioni polmonari e spinali alla vittima. A rendere il quadro ancora più inquietante è la totale assenza di rimorso dimostrata dagli indagati. Le intercettazioni ambientali, raccolte dalle forze dell’ordine dopo l’episodio, hanno rivelato conversazioni agghiaccianti tra i giovani, che si vantavano apertamente della loro brutalità.

Frasi come: “Domani schiatta e ti danno omicidio. Speriamo bro, almeno non parla” o il desiderio di vedere i filmati per valutare la forza dei colpi, dipingono un quadro di assoluta indifferenza per le condizioni dello studente e, anzi, una presunta soddisfazione nel gesto violento, ricostruito dal GIP come un atto di divertimento e sopraffazione.

Per i due maggiorenni, attualmente detenuti nel carcere di San Vittore, il rischio di pena massima arriva fino a 20 anni di reclusione. Tuttavia, è altamente probabile che gli indagati optino per il rito abbreviato, una scelta che comporterebbe uno sconto di un terzo sulla condanna, facendola scendere potenzialmente fino a 14 anni.

I tre minorenni, detenuti presso il carcere Beccaria, saranno giudicati dal Tribunale per i Minorenni con pene ovviamente ridotte rispetto ai maggiorenni. Gli interrogatori davanti al GIP Valori, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Polizia e dal Pubblico Ministero Andrea Zanoncelli, sono stati fissati per la mattina del 21 novembre.

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