Un giovane infila il suo violino sotto il mento e comincia a suonare. Il silenzio cala tra i pochi spettatori del teatro in gran parte vuoto. Non appena le sue note ritmate risuonano nella stanza, altre persone entrano in sala dalla hall per ascoltare. Il giovane a volte chiude gli occhi mentre suona, come se fosse perso nella musica. Se anche i presenti avessero chiuso gli occhi, non avrebbero mai saputo che il violinista in piedi davanti a loro non ha la mano destra, ma solo un’appendice stentata con piccoli monconi al posto delle dita.
Il che è giusto, perché Adrian Anantawan preferisce essere giudicato per ciò che la gente ascolta, non per quello che vede.
A 28 anni, Anantawan è uno dei giovani violinisti più affermati del mondo. Si è esibito alla Casa Bianca, alle Olimpiadi invernali di Vancouver, per Papa Giovanni Paolo II e più di recente per il Dalai Lama durante un concerto privato al MIT.
La disabilità di Anantawan lo accompagna fin dalla nascita. I medici hanno raccontato che il cordone ombelicale avvolse la sua mano nel grembo materno, interrompendo l’afflusso di sangue e impedendone la crescita corretta. Per compensare, usa una protesi semplice chiamata spatola, che afferra l’archetto del violino.
Negli ultimi anni, Anantawan ha dedicato la sua carriera, usando la tecnologia adattativa – da dispositivi protesici come la sua a software sofisticati – ad aiutare aspiranti giovani musicisti a superare una vasta gamma di disabilità. Per aiutarli a fare musica, si ritiene che questa tecnologia possa contribuire in qualche modo “a rivelare l’umanità interiore” dei bambini disabili che lottano per esprimersi attraverso altri mezzi.
Cresciuto a Toronto, Adrian ha vissuto un’infanzia difficile. Con una sola mano, ha raggiunto però molti traguardi dell’infanzia : come imparare ad allacciarsi le scarpe, temperare una matita in classe, andare in bicicletta. Ma ce l’ha comunque fatta, sebbene i compagni di classe lo facessero sentire diverso. Quando compì 9 anni, i suoi genitori decisero che avrebbe dovuto imparare a suonare uno strumento musicale. Il flauto era troppo difficile. La tromba era troppo rumorosa, allo stesso modo della batteria. Non avendo una voce tale da poter cantare, sua madre decise così per il violino.
I suoi genitori hanno lo strumento ad un centro di riabilitazione, dove si adattano protesi per soddisfare le esigenze dei bambini disabili. Pochi mesi dopo, i tecnici realizzarono per lui un dispositivo personalizzato di cinghie di gesso, alluminio e velcro. Diciotto anni dopo indossa ancora la stessa spatola, con la sola differenza di essere attualmente uno dei musicisti più grandi al mondo.
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