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Dramma nel carcere di Nuoro, si cuce la bocca per protesta

Dramma nel carcere di Nuoro, si cuce la bocca per protesta

Gli viene impedito di frequentare il laboratorio del carcere e si cuce la bocca. Il drammatico episodio è andato in scena a Nuoro, nel penitenziario di Bad’e Carros dove un detenuto si è anche rifiutato di mangiare e bere.

Una protesta che è stata denunciata dalla presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme, Maria Grazia Caligaris, che ha ricevuto le lamentele del 50enne Alessandro Bozza, di Ginosa, in provincia di Taranto. Secondo la Caligaris il 50enne, che è in prigione da 20 anni, si sente vittima di un’ ingiustizia:

“Il detenuto tuttavia ritiene il provvedimento non fondato e in contrasto con un altro certificato che al contrario lo definisce abile al lavoro. Bozza, ideatore e autore dei libri-farfalla con i racconti, le favole e le filastrocche dedicate ai bambini dai detenuti della sezione Alta Sicurezza dell’Istituto Penitenziario di Bad’e Carros, è una persona di poche parole – continua la presidente dell’associazione – con una straordinaria sensibilità. La permanenza in carcere ha esasperato questa condizione rendendo il suo equilibrio particolarmente delicato. Non consentirgli l’accesso al laboratorio e alla scuola, senza una motivazione condivisa, è per lui l’equivalente di rinunciare alla vita. Il gesto estremo che ha compiuto è per lui l’unico in grado di fargli esprimere lo stato d’animo in cui si trova”.

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