Si fa sempre più fitto il giallo sull’omicidio di Andrea Loris Stivali, il bambino di otto anni ucciso lo scorso sabato nei pressi di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa. Martedì sera la madre del piccolo, Veronica Panarello, è stata sentita per quasi tre ore in questura come persona informata sui fatti, ma non ha riconosciuto gli slip da bambino ritrovati martedì nei pressi della scuola. Un altro punto da chiarire riguardava il fatto che il bambino non comparisse nelle immagini delle telecamere che sabato mattina hanno invece ripreso la donna e il figlio più piccolo sull’auto da lei guidata. In uno dei tantissimi video analizzati dagli uomini dell’Arma assieme agli specialisti dei Ros e agli investigatori della squadra mobile di Ragusa e dello Sco, si vede però la madre che, alle 8.15 di quella mattina, esce di casa con i suoi due figli, ma solo il più piccolo sale in macchina, mentre il maggiore, Loris, torna verso casa: secondo fonti investigative, aveva discusso con la madre.
Il legale della donna, l’avvocato Francesco Villardita, ha però contestato tale tesi, affermando: “La signora ha portato Loris a scuola, e ricordo a tutti che non è indagata ed è parte lesa in un’inchiesta per omicidio“. Il procuratore di Ragusa Carmelo Petralia ha invece spiegato: “Esistono diversi video che sono allo studio. Ci sono 42 telecamere che hanno ripreso 24 ore e sono tutte interessanti e utili”. Petralia ha inoltre sottolineato che le uniche notizie ufficiali sono quelle veicolate dalla Procura, mentre il resto “rischiano di essere informazioni sbagliate e che danneggerebbero, forse in modo irreparabile, le indagini”. Nel pomeriggio di ieri, polizia e carabinieri, con il capo della squadra mobile Nino Ciavola e il capitano dei carabinieri Domenico Spataro, sono entrati a casa dei genitori di Andrea Loris Stivali, e hanno effettuato una perquisizione autorizzata dalla procura di Ragusa.
Gli agenti avrebbero portato via diari, quaderni ed oggetti del bambino, e anche un computer, che, secondo l’avvocato Villardita, servirebbero “a ricostruire il profilo psicologico di Loris“. Gli inquirenti stanno anche esaminando i rapporti all’interno della cerchia familiare del piccolo, perché ritengono che molti elementi possano trapelare da lì. Intanto Orazio Fidone, il cacciatore che sabato si era recato presso il Vecchio Mulino in cerca del bambino e lì vicino ne aveva rinvenuto il cadavere, è indagato per sequestro di persona e omicidio volontario, ma si tratterebbe di un atto dovuto per consentire agli inquirenti di svolgere una serie di esami irripetibili sui suoi vestiti e sulle due auto sequestrategli per accertare che non vi siano tracce di Loris.
Per gli inquirenti rimane comunque poco plausibile la spiegazione che Fidone ha dato del perché, appena appreso della scomparsa del bambino, si sia recato in quel posto, e vanno chiariti anche i rapporti tra l’uomo e la famiglia del piccolo. Il cacciatore però sostiene di avere un alibi “facilmente verificabile: sabato mattina non ero a Santa Croce Camerina”. Gli investigatori hanno inoltre nuovamente sentito la vigilessa che sabato era in servizio davanti alla scuola elementare del paese, che ricorda di aver visto, quella mattina, la Polo nera con a bordo la madre di Loris, ma non si ricorderebbe del bambino.