Vasto, Chieti, è qui che i tre membri della sinistra Italiana più forti elettoralmente parlando (Bersani, Di Pietro e Vendola) si sono incontrati per un dibattito che avrebbe dovuto avere lo scopo di trovare punti in comune, ma che si è trasformato in un embrione di coalizione.
Fioroni ha commentato l’avvenimento così: “sono convinto che il Pd non debba tornare alla «gioiosa macchina da guerra» di occhettiana memoria”; insomma l’asse più a sinistra del Pd è preoccupata per questa inaspettata convergenza, ma per il momento nessuno ha voluto dire chiaramente no a questo nuovo sviluppo. Più decise sono state le critiche all’assente eccellente, Casini dell’UDC, definito da Antonio Di Pietro come una escort non dissimile da quelle che impazzano nelle vicende giudiziarie. Un partito che si vende al vincitore e che piuttosto che agire in base al proprio programma ed agli interessi del cittadino cerca solo di rosicchiare poltrone.
Dello stesso avviso Vendola, che più moderatamente fa cenno alle numerose incongruenze di un’alleanza fra la sinistra ed i centristi, che a suo dire approvano giorno dopo giorno leggi assurde della maggioranza in virtù di una “responsabilità” che sarebbe dimostrata meglio contrastandole.
Come c’era da aspettarsi il principale argomento di incontro dei tre partiti è il dopo Berlusconi che non deve essere affrontato in maniera casuale. “La gente vuole da noi un programma serio da opporre alle destre, vuole dei contenuti e delle alternative che facciano superare la crisi che il governo non fa che incentivare” ha spiegato il segretario del Pd. Vendola si è trovato d’accordo ed ha detto che il paradigma di questa unione devono essere i contenuti del programma.
Soddisfatto Bersani, convinto di aver fatto il colpo grosso Di Pietro, un sorriso stentato da Vendola (qualcuno bofonchia di circostanza), ma quello che più ha goduto della situazione è stato il moderatore dell’incontro: Enrico Mentana, definito scherzosamente dal Pierluigi Bersani “ostetrica” di quest’embrione di coalizione.