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Bersani, la sfida parte da Bettola

Bersani, la sfida parte da Bettola

Parte dalle radici, dalle sue radici la corsa di Pier Luigi Bersani. Parte da quella Bettola, da quel distributore di benzina dove da ragazzo dava una mano al suo papà Pino. Non a caso perché “le foglie nuove vengono solo dalle radici”. Frecciatina a Renzi. Non a caso il là alla sua campagna elettorale viene da Bettola in quel 14 ottobre che segnò l’inizio cinque anni fa dell’esperienza del Pd. “Un partito ancora giovane, che ha qualche difetto da aggiustare ma è un’esperienza unica in Europa. Quel bambino lì, è oggi il più grande partito del Paese, ed è l’unica speranza del Paese”.

 

Ancora sul tema Pd: “Le primarie servono ad abbattere il muro tra cittadini e politica, a ricreare un rapporto sentimentale. E’ una grande sfida, le primarie, che abbiamo voluto aperte. Ma servono regole, perché ‘regole’ è una buona parola”. La politica, secondo Bersani, deve “prendersi i suoi rischi e non chiudersi nel suo fortino”. Il segretario accolto dai suoi compaesani con un esplicativo striscione “Noi aggiustiamo, non rottamiamo” parla anche del governo Monti. Ribadisce che il prossimo governo dovrà “mandare avanti il meglio dell’esperienza” di Monti e che lo stesso attuale premier “certamente dovrà continuare a dare un contributo a questo Paese”. Rispondendo alle obiezioni sollevate in particolare da Pier Ferdinando Casini, per l’assenza di Monti dalla carta d’intenti firmata ieri, aggiunge: “La nostra posizione è chiarissima, ribadita, tutti la conoscono, Casini legga bene le carte: noi manderemo avanti il meglio di questa esperienza”.

 

 

Rivolto agli abitanti di Bettola ricorda il suo primo comizio, dove c’erano solo venti persone, e le difficoltà della sua avventura politica. Sottolinea come sia necessario inserire nell’agenda europea, anche un’agenda italiana e che al centro si ponga il lavoro, parola chiave del suo lungo e appassionato intervento. Renzi intanto da Salerno offriva la sua visione non facendo mancare qualche stoccatina proprio su quelle regole per le primarie che al leader dei rottamatori sembrano non andare giù.

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