Non è unanime il giudizio sugli effetti che la legge di stabilità varata nei giorni scorsi avrà sulle tasche delle famiglie italiane. Per Confcommercio il taglio dell’Irpef combinato con l’aumento dell’IVA servirà a recuperare per il 2013 1,5 miliardi a vantaggio dei cittadini, mentre l’anno successivo vedrà l’inversione del trend con 2 miliardi di spese risparmiate.
Non così il Codacons, che definisce le misure prese dal Governo Monti una “presa in giro dei consumatori”, “una beffa e un tradimento” dal momento che “l’aumento di un punto dell’Iva a fronte della riduzione dell’Irpef, che dimostra come le risorse per non aumentare l’Iva evidentemente ci sono”.
“L’aumento dell’Iva significa una stangata media, su base annua – denuncia il Codacons – considerando la famiglia media Istat da 2,4 componenti, pari a 273 euro: 176 euro per l’Iva dal 21 al 22% e 97 euro per l’Iva dal 10 all’11%. Ovviamente la stangata sarà ben maggiore per le famiglie più numerose: 324 euro per una famiglia di 3 persone, 432 per 4 componenti“.
Al di là del mero calcolo, l’associazione dei consumatori focalizza l’attenzione soprattutto sulla scelta di intervenire sull’Irpef piuttosto che sull’Iva, infatti spiega:
“Mentre l’Iva colpisce i ceti medio bassi, essendo un’imposta proporzionale, l’Irpef è una delle poche tasse progressive, che rispetta, cioè, il criterio della capacità contributiva previsto dall’art. 53 della Costituzione. Il Governo, insomma, ha deciso di spostare la tassazione verso i consumi proprio in un momento in cui stanno crollando ed i consumi alimentari pro capite sono scesi a livello del 1979, ossia a 33 anni fa”.
L’Associazione Artigiani Piccole Imprese (CGIA), confrontando le ripercussioni economiche delle misure che andranno ad aggravare il carico fiscale delle piccole imprese, pari a 19 miliardi di tasse, e di quelle andranno invece ad alleggerirne il peso, pari a 13,5 miliardi, conclude che fra il 2012 e il 2014 le imprese italiane si troveranno a pagare quasi 5,5 miliardi di euro in più.
“Pur riconoscendo che questo Governo ha dimostrato in più di una occasione di avere una certa sensibilità nei confronti delle piccole imprese – spiega il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – grazie all’approvazione del decreto per il pagamento dell’Iva per cassa, i 6,7 miliardi messi a disposizione alla Pubblica amministrazione per pagare i fornitori o la riduzione del versamento dell’acconto Irpef relativo al 2011, la situazione generale è tale che difficilmente le imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione, potranno superare questo triennio con un carico fiscale aggiuntivo di questa portata. Non possiamo sperare di rilanciare l’occupazione e in generale l’economia se penalizziamo soprattutto le piccole imprese che costituiscono il tessuto connettivo della nostra economia”.
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