Curiosity – il rover inviato dalla NASA sul pianeta rosso, la cui missione è quella di cercare tracce di vita passata – continua il suo lavoro su Marte e, di qualche giorno fa, è la notizia del ritrovamento di uno strano oggetto luminoso: la fotocamera Mastcam ha, infatti, fotografato Curiosity all’opera con la paletta con la quale raccoglie campioni di sabbia marziana, catturando un primo piano di un oggetto luminoso sul terreno. La foto è stata scattata nel corso del 61esimo giorno su Marte, il 7 ottobre.
Così, il team di scienziati che si occupa di Curiosity ha deciso di indagare più a fondo e di acquisire nuove immagini dell’oggetto in questione, per cercare di scoprire di che si trattasse e se proseguire o meno i lavori in quel punto. Oggi, arriva la notizia della spiegazione della NASA in merito all’oggetto luminoso – largo circa 4,5 centimetri e lungo 7 centimetri – che ha confermato l’ipotesi che possa trattarsi di un involucro di plastica – forse, un tubo utilizzato intorno ad un filo – probabilmente caduto dal rover durante le fasi di atterraggio su Marte nel cratere Gale.
Intanto, ieri, sono iniziate le operazioni per le analisi della sabbia raccolta attraverso un meccanismo che vaglia i campioni e che con le sue forti vibrazioni ripulisce il materiale raccolto. I prelevamenti sono eseguiti in un luogo chiamato Rocknest, una zona formata da regolite, un misto di sabbia e di frammenti di pietra e di roccia. Adesso, la sabbia raccolta sarà usata per un test dello strumento CHIMRA (Collection and Handling for In-Situ Martian Rock Analysis), che permetterà di scoprire se sul pianeta rosso esistono acque sotterranee impoverite ed idrati di biossido di carbonio. Curiosity dovrebbe restare in questa zona almeno per un altro paio di settimane, per poter portare a termine tutti gli esami previsti da effettuare sulla regolite di Marte.