C’è grande agitazione fra gli uomini del PdL: tutti temono un repulisti generale, eppure, incredibilmente, sembra quasi che la partita si giochi sulle dimissioni, più o meno volontarie, di Nicole Minetti. L’ex premier Silvio Berlusconi ha infatti annunciato più volte di voler apportare una serie di cambiamenti, forse addirittura di sciogliere e rifondare il partito, mutando nome e simbolo, ispirandosi all’originario Forza Italia del 1994, con il quale discese in politica per la prima volta, e fra le righe aveva lasciato trapelare l’intenzione di chiedere alla Minetti un passo indietro.
L’ex igienista dentale di Berlusconi, eletta nel 2010 nel listino bloccato di Roberto Formigoni alla carica di consigliere regionale della Lombardia e indagata per favoreggiamento della prostituzione con Lele Mora ed Emilio Fede in un processo collegato a quello di Silvio Berlusconi per il caso Ruby, ha smentito di aver ricevuto una richiesta in tal senso, e ieri ha dichiarato: “Le mie dimissioni? Solo un’indiscrezione. Sono tranquilla e rimango al mio posto.”
Tuttavia oggi il segretario Angelino Alfano, durante un’intervista a SkyTg24, alla domanda se la Minetti debba dimettersi domani stesso, ha risposto con un fermo “Sì”.
Alcune fonti riportano la voce che la consigliera abbia inviato una mail ai vertici del partito all’inizio della settimana, in cui affermava che avrebbe dato le dimissioni il lunedì successivo, avvertendo la necessità di sfuggire ai riflettori, nonché alle polemiche e alle beghe politiche, ma pare che il vespaio sollevato dalla questione l’abbia successivamente convinta a restare affinché non si pensasse che il suo fosse un gesto imposto dall’alto.
A complicare le cose, si aggiungono le dichiarazioni dei colleghi di partito, molti dei quali concordano più o meno esplicitamente con le affermazioni di Angelino Alfano, mentre su Twitter, un numero crescente di utenti difende la donna contro quella che viene più volte definita l’ipocrisia dei colleghi. Guido Crosetto, deputato del PdL ed ex sottosegretario, scrive: “‘Vergin di servo encomio’, non me la sento oggi di speculare con ‘codardo oltraggio’. Minetti non è un tema politico e non la si può usare”. Per poi precisare con un altro tweet: “Gli errori si fanno, si ammettono e si cercano di correggere. Ma lei non è causa di alcun problema, solo di imbarazzo”.
Critiche ancora più dure dal vice coordinatore di Fli, Fabio Granata: “Da Alfano e dal PdL festival dell’ipocrisia su Minetti. Perché non chiedono le dimissioni di Dell’Utri o di Cosentino, di Formigoni o di mezzo partito in Calabria? La questione morale per loro in si riduce a una ragazza eletta come tutti loro e noi in liste bloccate: che ipocrisia”.