Profezia o semplicemente la più innocente delle casualità? Non lo sapremo mai, sta di fatto che la cosa è alquanto interessante. Parliamo di politica, precisamente dell’attuale Governo tecnico di Mario Monti che da novembre a questa parte cerca di risollevare le sorti del Paese, attraverso però un’opera di tassazione che non poco pesa sulla classe media italiana. Ebbene, questa situazione sembra essere stata abilmente predetta nel 1993. Non da grandi economisti o studiosi, da statisti e uomini politici, ma da uno dei migliori amici dei bambini. Parliamo di Topolino.
Da qualche giorno sta facendo il giro della rete la pagina di un celebre numero del fumetto targato Disney, che sembrava proprio aver descritto quella che è l’odierna situazione politica in Italia. Guardate bene nelle vostre librerie, potreste averlo anche voi. Parliamo del numero 1956 di Topolino uscito il 23 maggio 1993. 17 è la pagina a dir poco profetica. Ed il fatto che 17 nella smorfia napoletana rappresenti la disgrazia, alimenta ancora più il fascino della storia. Quel numero di Topolino conteneva la storiella “Paperinik e le tasse rapinatorie”. I testi di Giorgio Pezzini e i disegni di Corrado Mastantuono raccontano la vicenda di una Paperopoli in crisi, dove il sindaco, per porre rimedio al fenomeno dell’evasione fiscale, ipotizza il ricorso ad un governo di tecnici ed ad una forte pressione fiscale, allo scopo di incamerare denaro, attirando su di sè anche l’impopolarità che lo stesso sindaco non vuole prendere.
C’è anche il rischio che il ricco Paperon De Paperoni debba pagare la “metatassa”, la tassa delle tasse. A risolvere la situazione ci penserà però Paperinik che salverà la sua città dai tecnici, attraverso la promessa da parte delle autorità di una pressione fiscale più equa. In realtà, sebbene la pagina sia ampiamente descrittiva della odierna situazione politica italiana, la storiella di quel numero di Topolino sembra essere più una caricatura dell’allora Governo Ciampi.
Il 1993 ha visto emergere le conseguenze di Tangentopoli, della crisi finanziaria, per la quale la lira arrivò a un deprezzamento del 30% del suo valore. Fu l’anno in cui la disoccupazione raggiunse livelli elevatissimi, con il 40% dei giovani nel Mezzogiorno e il 15% nel Centro-nord senza lavoro. Il 1993 (21 aprile ad essere precisi) fu l’anno delle dimissioni di Amato e del nuovo Presidente del Consiglio (Carlo Azeglio Ciampi), per la prima volta non parlamentare e che presentava nella sua squadra di Governo ben 9 tecnici. 19 anni dopo la situazione non sembra poi così differente. Corsi e ricorsi storici? Profezia? A voi l’ultima parola.