Ancora più irriverenti del solito le parole, sempre pungenti, del comico Maurizio Crozza che come di consueto apre la puntata di Ballarò con la sua satirica copertina. Inevitabile l’apertura del genovese Crozza sullo scandalo che ha coinvolto la Lega Nord, con le conseguenti dimissioni di Umberto Bossi prima e del figlio Renzo dopo. Il comico ironizza alla grande, dicendo che è tutto un grande equivoco e che le parole del leader del Carroccio sarebbero state fraintese alla grande da tutto l’entourage della Lega. “Sapete com’è Bossi, quando parla non si capisce”. Bossi voleva dire: “Comprate titoli di Stato”, ed invece sono stati comprati “titoli di studio”. Dal diploma e laurea di Renzo Bossi alla laurea della dirigente amministrativa della Lega Rosy Mauro, per la quale con i soldi pubblici ne è uscita fuori anche una bella laurea (ovviamente sempre comprata) per il suo fidanzato che ha ottenuto anche un contratto di lavoro al Senato come consulente. Di cosa, non ci è dato sapere.
Senza parlare del Trota, il cui autista gli fungeva da bancomat vivente. Secondo Crozza, per Renzo Bossi troppo difficile avere a che fare con un bancomat vero. “Il Trota davanti ad un bancomat vero non ce la fa, troppe domande, ed il PIN, l’estratto conto, vuole lo scontrino… non ce la fa ci vorrebbe un diploma”. Scottante è il tema dei rimborsi elettorali. Per le elezioni del 2008 la Lega ha avuto rimborsi elettorali per 41 milioni di euro dichiarandone 3. Ma che rimborso è? Nel 1993 era stato abolito il finanziamento pubblico ai partiti politici. Adesso si chiama rimborso, scusate.
Cambia il nome non la sostanza. Ogni volta che un cittadino va a votare un partito viene rimborsato con 5 euro. Crozza si auspica che ad essere risarciti siamo noi. Andiamo a votare: noi restituiamo la matita e loro ci restituiscono 5 euro. Bersani, leader del Pd, vorrebbe maggiore trasparenza in tema di rimborsi. Crozza vorrebbe che fossero del tutto aboliti. “Tutti furbi nella Lega” canta Crozza sul finale della sua copertina, come sempre divertente, ma anche tristemente riflessiva.