Gli ufficiali della nave Costa Concordia, sentiti in questi giorni dalla Procura di Grosseto, rischiano con le loro dichiarazioni su alcuni punti specifici di aggravare ulteriormente non solo la posizione, già critica del comandante Francesco Schettino, ma anche di quella dell’armatore. Alcuni quotidiani, hanno citano i verbali di interrogatorio del terzo ufficiale in coperta Silvia Coronika, dell’ufficiale addetto alla sala macchine Alberto Fiorito e di altri membri dell’equipaggio, facendo così emergere delle responsabilità che ora i PM stanno verificando, e che faranno accellerare i tempi con cui verranno ascoltati i vertici di Costa. L’armatore era a conoscenza dell’inchino, anzi lo aveva chiesto per motivi pubblicitari, sostengono gli ufficiali, che almeno su questo punto concordano con il comandante Schettino.
“A 4 miglia dall’isola del Giglio il comandante è salito in plancia e ha disposto la navigazione in manuale, poi ha ordinato un’accostata a dritta“, ha riferito il terzo ufficiale in coperta Coronika ai PM, rivelando che Schettino disse all’addetto alla cartografia: “Vieni qua, che dobbiamo tracciare una rotta per passare vicino al Giglio e fare un inchino“. Fiorito ha poi dichiarato che l’inchino non viene sempre fatto, ma che nelle ultime tre tratte Civitavecchia-Savona è stato fatto.
Sempre secondo le dichiarazioni degli ufficiali, inoltre, la posizione dove si trova arenata la nave, dinanzi all’isola del Giglio, sarebbe del tutto casuale. Queste dichiarazioni smentirebbero quelle del comandante Schettino che avrebbe invece dichiarato di aver fatto una manovra di emergenza di avvicinamento al Giglio, salvando, a suo dire, migliaia di vite umane, quando invece solo la fortuna e la forza delle correnti marine avrebbero evitato un bilancio dei morti peggiore, senza che nessuno avesse impartito l’ordine di dirigersi verso la costa. Infine, gli ufficiali hanno inoltre confermato la versione di Schettino sul fatto che la Costa Crociere era stata tempestivamente informata dell’avvenuto naufragio. Tuttavia l’ordine di evacuazione sarebbe stato impartito almeno un’ora dopo.
Ieri è stato ritrovato il corpo di una donna, il tredicesimo dal momento della tragedia. Gli uomini incaricati delle ricerche, lo hanno ritrovato nella zona del ponte 4 a poppa della nave. Secondo i libri ufficiali di bordo si parla ora di 24 persone mancanti all’appello, sebbene il prefetto Gabrielli, Commissario per l’emergenza al Giglio, abbia fatto emergere l’inquietante dettaglio della possibile presenza di clandestini a bordo.
Da una nota della Protezione Civile si legge infatti:
Durante la conferenza stampa di questa mattina, il Commissario Delegato per l’emergenza nave Costa Concordia ha ricordato che il numero dei corpi ritrovati all’interno della nave, ma non ancora identificati, non può essere automaticamente sottratto dal conteggio dei dispersi, perché non c’è la certezza che le persone non identificate siano presenti nell’attuale elenco dei dispersi. Il Commissario ha reso noto che si è in attesa di ricevere comunicazione formale da parte delle autorità diplomatiche ungheresi in merito alla scomparsa di una donna il cui nome non compare nella lista dei passeggeri. La famiglia della donna avrebbe segnalato, tuttavia, la sua presenza a bordo della nave al momento dell’incidente e l’attuale esito negativo dei tentativi di rintracciarla.