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Lettera degli anarchici: “Dai pacchi passeremo alle pallottole”

Lettera degli anarchici: “Dai pacchi passeremo alle pallottole”

“Dai pacchi passeremo alle pallottole, colpiremo con efficacia e durezza, dopo Equitalia ora tocca al Pd” . Ecco l’inizio della  lettera, recapitata alla sede centrale del Gruppo Adnkronos in Piazza Mastai a Roma. E’ firmata  dalla ‘cellula Eat e Billy’ della Fai, Federazione Anarchica Informale. E’ la stessa firma del pacco bomba esploso nella sede romana di Equitalia il 9 dicembre scorso.

Ecco il seguito della lettera intimidatoria: “La nostra lotta contro il finto governo tecnico dei banchieri e dei professori spalleggiati dalla politica collusa e corrotta è arrivata ad una svolta!!! Colpiremo con efficacia e durezza – si legge nella missiva – per dare un segno tangibile di solidarietà ai compagni operai che hanno passato le feste sui tetti e sulle gru senza stipendi e tredicesime lottando contro la cieca politica del governo bancario-politico-universitario. Colpiremo soggetti come Luciano Violante e Massimo D’Alema che con le loro Fondazioni finanziate dai poteri forti occulti, creano alleanze politico-industriali bipartisan per mantenere potere e gestire sottobanco la politica ai danni del popolo italiano!!”.

Alla lettera ha prontamente replicato il responsabile sicurezza del Pd Emanuele Fiano: “È gravissimo e inquietante il contenuto della lettera recapitata oggi all’Adnkronos, noi non ci faremo intimidire da nessuna minaccia e continueremo a lavorare per il bene del paese, mantenendo ferma la nostra battaglia politica contro ogni forma di violenza”, scrive. “Ribadiamo la nostra fiducia nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine – aggiunge Fiano – perché sappiano neutralizzare chi invece della violenza fa il proprio strumento di azione. Al ministro Cancellieri rinnoviamo la richiesta di illustrare in parlamento la natura e pericolosità del gruppo anarchico Fai”.

La lettera arriva dopo gli altri pacchi e buste sospette, recapitate nei giorni scorsi  al Presidente del Consiglio Mario Monti, all’ex premier Silvio Berlusconi e ad una serie di redazioni giornalistiche.

La lettera è ovviamente ora al vaglio degli inquirenti.

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