Cuba è sempre stata un’isola, questo è un dato di fatto, tuttavia non lo è soltanto in senso geografico, ma specialmente e soprattutto in senso politico. Una nazione che ha esordito con un’indipendenza tormentata da un vicino troppo potente e che per trasformarsi in vera indipendenza si è alleato con il suo nemico più grande e con il suo sistema di vita. Adesso che l’Unione Sovietica non esiste più e che la contrapposizione fra capitalismo e comunismo sembra venuta a mancare… Cuba rimane un’isola che continua sulla sua strada all’ombra del gigante statunitense.
Il leader storico, Fidel Castro, è ormai da parecchio tempo in cura presso le migliori cliniche del paese ed il fratello Raul guida il paese, con una lieve, ma costante politica di apertura al mondo. Un’apertura che non consente ancora ai cittadini cubani di viaggiare liberamente fuori dal paese, come anche avere accesso a prodotti considerati dal governo “troppo capitalisti” oppure semplicemente avere la possibilità di avere libere elezioni democratiche.
L’annuncio a sorpresa della liberazione di 3000 prigionieri, molti dei quali condannati per “crimini contro la nazione” (ossia in sostanza detrattori politici), ha destato stupore e consensi nella comunità internazionale e nella santa sede, che ha annunciato ormai da tempo il viaggio di Benedetto XVI nell’Avana.
Il presidente Raul Castro ha spiegato che le ragioni di tale amnistia è di natura umanitaria e sarà resa effettiva nei prossimi giorni. Fra i prigionieri anche 86 stranieri di 25 diversi paesi accusati a vario titolo di spionaggio e simili reati. Il presidente cubano non ha specificato se fra questi però ci sarà anche Alan Gross, l’americano condannato a 15 anni di carcere con l’accusa di spionaggio nel marzo scorso.
Già nel 2010 erano stati liberati ben 100 prigionieri per intercessione della chiesa cattolica e probabilmente la mossa di adesso è un gesto di buona volontà per l’imminente visita di Benedetto XVI il prossimo aprile.