Il presidente della Cei Angelo Bagnasco ha voluto riprendere il tema del ruolo della politica in Italia nell’omelia per la messa di Natale, in cui ha voluto insistere sul fatto che la politica “deve realizzare il bene comune” e non deve cedere alla tentazione di “essere, da qualunque parte, fine a se stessa. Sarebbe infatti un’ottica distorta e parziale in cui vincerebbe la sistematica delegittimazione, la contrapposizione sterile ed in definitiva a perderci sarebbe la gente”.
Riprendendo le affermazioni di papa Benedetto XVI, Bagnasco spiega che la chiesa cattolica apprezza il ruolo della politica, in quanto (se corretta) esprime una forma estremamente elevata di carità: quella verso l’intera comunità; tuttavia bisogna imparare a “discernere bene ed adottare davvero il bene comune, che ha come centro e criterio il valore della persona e declinarlo nei suoi elementi intrinsecamente legano non è facile, ma è necessario e doveroso.”
Il cardinale ha quindi augurato ai fedeli, ma anche ai politici un buon natale, che possa “portare grazie e luce sui vostri compiti“. Per cui ha anche spiegato quello che secondo lui è uno di questi compiti, cioè affrontare la crisi economica globale, che non determina solo un impoverimento materiale e desta preoccupazioni e difficoltà anche “nel patrimonio spirituale e culturale. Come anche nella dedizione e nello spirito di generosità e sacrificio che nel nostro popolo sono sempre vivi ed attivi. Questo patrimonio è il reale artefice della storia italiana ed è tuttora sorgente di dignità, anche eroica in alcuni contesti”.
Infine un immancabile riferimento al credo cristiano: “la radice sempre viva è la fede ed il Vangelo, è il Signore che è più intimo a noi di noi stessi. Questa profonda ed incomparabile ricchezza non va smarrita” e quindi il cardinale ha dato la sua benedizione “che il Signore ravvivi in tutti la fiducia ed il coraggio che ci fanno guardare avanti con decisione, lungimiranza e passione”.
