Il sequestro di Rossella Urru aveva lasciato sconcerto e dolore in Italia, dove si era subito temuto fosse stata presa da militanti del terrorismo islamico di Al-Qāʿida . Il rapimento risale al 23 ottobre scorso, quando la cooperante sarda fu prelevata da un campo profughi Saharawi nei pressi di Tinduf, nel sud dell‘Algeria. La donna fu presa insieme ad altri suoi due colleghi spagnoli da militanti del braccio armato di Al-Qāʿida nel Maghreb islamico: l’Aqmi.
Oggi però è arrivata la sconcertante rivelazione, che però porta con se ancora più dubbi e paure: Rossella non è in mano all’Aqmi. Questo emergerebbe da fotografie inviate ad un noto quotidiano spagnolo, El Pais, in cui vengono mostrati altri cinque ostaggi occidentali, i quali sarebbero i solo ad essere al momento sotto la loro custodia.
Non sembra esserci più quindi nessuna traccia, nessun filo conduttore da seguire per ritrovare la Urru ed i due spagnoli. Niente insomma per gli agenti della Farnesina che fino a questo momento hanno cooperato con i loro omologhi spagnoli per risolvere questa sempre più misteriosa situazione.
La Farnesina stessa, interpellata per capire come intende muoversi alla luce di queste rivelazioni, non ha commentando, ribadendo quindi la linea del silenzio, da sempre adottata dalla diplomazia italiana in casi simili per evitare di compromettere un possibile esito positivo della vicenda. Anche i parenti avrebbero adottato lo stesso atteggiamento, mentre per Antonello Demelas, sindaco di Samugheo (paese d’origine di Rossella) “è sinceramente difficile capire se questo evolversi della situazione sia un bene oppure un male”.
Per la vicenda è intervenuta anche la responsabile della diplomazia europea Catherin Ashton, che si è rivolta direttamente al ministro algerino per gli affari africani e del Magreb, Abdelkader Messahel, il quale ha assicurato che il governo dell’Algeria si stava muovendo su diverse piste utili alla liberazione degli ostaggi europei. Ancora senza spiegazione o ulteriori approfondimenti la notizia trapelata il 5 dicembre dell’arresto nei pressi di Nouakchott, capitale della Mauritania, dei presunti rapitori della cooperante sarda e dei suoi due colleghi spagnoli.