Una notizia tanto sconvolgente quanto imbarazzante, che gli Stati Uniti avrebbero volentieri non divulgato, dato che tocca un nervo scoperto della storia del popolo americano. I terribili fatti dell’11 settembre 2001 sono vivi nella mente di tutti noi, e ancor di più in patria. Eppure ci pensa un rapporto del Pentagono su alcune procedure seguite dalla principale camera mortuaria delle forze armate a far scoprire il terribile incidente: alcune parti dei resti di alcune delle vittime della strage sono state smaltite in una discarica. I resti erano stati affidati dai militari ad una società privata, che avrebbe dovuto provvedere a riconsegnare il tutto ai familiari delle vittime, ma, per un errore ancora da chiarire, sono finiti in una discarica.
La rivelazione è uscita dal report di un’investigazione condotta dal generale dell’esercito, ora ritirato, John P. Abizaid. Il report in questione descrive come i resti in questione siano stati catalogati come “non identificabili”, apparentemente perché troppo piccoli e carbonizzati da poter eseguire un’analisi del DNA. In seguito, i resti delle suddette vittime sarebbero stati cremati e mischiati insieme a rifiuti medici all’obitorio militare della base aerea di Dover, dove il tutto è stato incenerito. Abizaid si è rifiutato di rilasciare dichiarazioni in merito, affermando di non averne l’autorità. I membri del Congresso, allo stato attuale, stanno premendo sul Pentagono per far luce sulla vicenda.
È facile immaginare il tremendo imbarazzo da parte del Pentagono nell’annunciare il fatto; i resti erano quelli delle vittime coinvolte nell’attacco contro il Pentagono e quelli dei passeggeri del volo 93 della United Airlines, precipitato a terra in Pennsylvania dopo che coloro che erano a bordo si erano ribellati ai dirottatori.
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