Trending
{"ticker_effect":"slide-h","autoplay":"true","speed":3000,"font_style":"normal"}
Terremoto L’Aquila, la telefonata shock del prefetto Iurato

Terremoto L’Aquila, la telefonata shock del prefetto Iurato

Davvero sconcertante la scoperta che hanno fatto i pubblici ministeri di Napoli a proposito nell’ambito dell’intercettazione di una telefonata del prefetto dell’Aquila Giovanna Iurato, città sconvolta dal terremoto del 2009, poco dopo il suo insediamento nella città abruzzese. I magistrati del capoluogo campano sono titolari dell’inchiesta sugli appalti per la sicurezza nell’ambito della quale il prefetto è indagato per turbativa d’asta. I commenti fanno riferimento a una telefonata fra la stessa Iurato e il prefetto Francesco Gratteri, che è stata intercettata il 28 maggio 2010. La vicenda, come ci informa Repubblica, è riportata nella richiesta di misure cautelari che è stata firmata dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo e dai pm della Dda Vincenzo D’Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli.

Scrivono i pubblici ministeri:

Commentando la sua prima giornata ufficiale nella città martoriata dal terremoto (definita sarcasticamente da Iurato “una città inesistente, che non c’è”), scoppiava a ridere, ricordando come si era (falsamente) commossa davanti alle macerie e ai bambini rimasti orfani. Una risata non giustificabile dalle circostanze e dagli eventi tragici di quelle ore, che avrebbero imposto al rappresentante del Governo di assumere comportamenti ben diversi e non certo (a proposito di cinismo) legati alla predisposizioni di condotte e strumenti atti a prevenire e/o scongiurare indagini in corso.

Ecco, di seguito, uno dei passaggi della telefonata intercorsa il 28 maggio 2010 tra Iurato e il prefetto Francesco Gratteri, intercettata nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Napoli sugli appalti per la sicurezza.

Iurato: Allora senti…sono andata…sono arrivata, subito mio padre, che è quello che mi da i consigli, quelli più mirati…

Gratteri: Si lo so.

Iurato: Perché è un uomo di mondo, saggio, dice: “Appena metti piede in città subito con una corona vai a rendere omaggio ai ragazzi della casa dello studente…”.

Gratteri: Brava.

Iurato: Eh allora sono arrivata là, nonostante la mia…cosa che volevo…insomma essere compita (fonetico)…mi pigliai, mi caricai questa corona e la portai fino a…

Gratteri: Ti mettesti a piangere…sicuramente! 

Iurato: Mi misi a piangere.

Gratteri: Ovviamente, non avevo dubbi (ride).

Iurato: Ed allora subito…subito…lì i giornali: “le lacrime del Prefetto”.

Gratteri: Non avevo dubbi (eh, eh ride).

Iurato: Ehhhhhhh (scoppia a ridere) i giornali : “le lacrime del Prefetto”.

Gratteri: Non avevo dubbi (eh, eh ride).

Iurato: Poi si sono avvicinati i giornalisti: “perchè è venuta qua?”. Perchè voglio cominciare da qui, dove la città si è fermata perchè voglio essere utile a questo territorio. Punto.

Gratteri: Eh.

Iurato: L’indomani conferenza stampa con tutti i giornalisti.

Immediata la risposta degli avvocati dell Iurato, Claudio Botti e Renato Borzone, difensori del prefetto Iurato:

Siamo molto stupiti che sia stata emessa la misura nonostante le oltre sei ore di interrogatorio e di puntuali chiarimenti forniti al giudice in quella sede. E siamo certi che, quanto prima, si riuscirà a dimostrare l’assoluta estraneità ai fatti della nostra assistita. E’ sempre fuorviante cogliere frammenti di lunghe conversazioni intercettate: il prefetto in oltre due anni di presenza sul territorio dell’Aquila ha dato prova di grande abnegazione e disponibilità senso del dovere nei confronti di quella realtà e dei suoi cittadini.

Lascia un commento