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Prezzi maggiorati al ristorante dei deputati: aumentate tutte le pietanze

Prezzi maggiorati al ristorante dei deputati: aumentate tutte le pietanze

I prezzi sono iniziati a lievitare anche al ristorante dei deputati. Dopo le vacanze natalizie, anche le pietanze servite ai parlamentari diventano più care. La riapertura della mensa, in questi termini, di certo non è stata gradita dagli onorevoli, ma sicuramente dà la speranza ai cittadini di poter vivere in un sistema quantomeno più equo. Perché i comuni devono pagare il doppio se non il triplo per un bene o un servizio che i vertici, invece pagano sottocosto? Domanda retorica, potremmo dire: quindi arrivano anche le ‘stangate’ sul cibo per la Casta.

Dopo la buvette, il pranzo diventa più costoso. Nel dettaglio, si nota che dal menu del giorno è scomparso il pesce, che costa all’incirca 17,20 al chilo. Spesa che bisognava evitare nel modo più assoluto. Ecco il menu del giorno di Montecitorio, per l’anno 2012:

  • zuppa del giorno o riso all’inglese, 4 euro (2 euro nel 2011);
  • altri primi, come penne all’arrabbiata 5 euro;
  • cotoletta alla milanese 6 euro;
  • tagliata con rucola e aceto balsamico, 8 euro;
  • omelette 3 euro;
  • contorno a scelta tra verdure o altro, 3 euro;
  • bottiglia d’acqua: da 0,60 cent a 1 euro.
Gli aumenti non sono ‘significativi’ per chi come noi paga queste pietanze a prezzi decisamente più elevanti. Questa iniziativa, però, può rappresentare un passo in avanti nel porre fine alle diseguaglianze tra comune cittadino e privilegiati. A Napoli, ad esempio, diversi esercenti, tra cui una nota pizzeria del centro, offrono cibo di diversa natura a parlamentari e deputati con prezzi incrementati anche 30 volte il valore effettivo. Una pizza a 100 euro, yoghurt e panini a più di 200 euro e bevande a costi molto elevati: in questo modo, anche in minima parte, si è gettata luce su una problematica che di certo non poteva e non doveva restare inosservata. L’esempio deve essere calato dall’alto, ma ciò non sempre accade. Non ci resta che augurare ‘buon appetito’ ai nostri parlamentari.

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