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Ordina Call of Duty, ma non è disponibile: minaccia di far saltare il negozio

Ordina Call of Duty, ma non è disponibile: minaccia di far saltare il negozio

Non è riuscito a sfogare la sua violenza virtualmente, attraverso un gioco per console e ha messo in pratica gli istinti stimolati dai videogame, direttamente nella realtà. Forse l’eccessiva esposizione al mondo fittizio dei videogiochi gli ha fatto perdere il senso della realtà, quella vera. Martedì, l’uomo si è diretto in un negozio di elettronica e ha minacciato, ai clienti e allo stesso proprietario dell’esercizio, di far saltare tutto con dell’esplosivo. La motivazione che soggiace a questo delirante comportamento è molto semplice, ma ci lascia sicuramente perplessi. Il ragazzo era arrabbiato perché il rivenditore non gli aveva ancora fatto recapitare il videogioco che lui aveva ordinato. È quanto dichiarato dalla Polizia del Colorado, dov’è avvenuto questo episodio di ordinaria follia.

I dipendenti del negozio Aurora Best Buy hanno detto ai poliziotti che hanno subito un forte spavento e che hanno temuto per la loro vita, soprattutto quando, Lomorin Sar, questo il nome del folle di 31 anni, ha iniziato a minacciare le persone presenti nel parcheggio dello shop, se non fosse riuscito ad acquistare il celeberrimo videgame a sfondo militare “Call of Duty: Modern Warfare 3”. Gli investigatori ingaggiati per il caso hanno emesso un mandato di comparizione, in quanto, con le suo comportamento voleva mettere in pratica ciò che veniva simulato nella realtà virtuale di Call of Duty: fortunatamente, però, per i presenti, la situazione non è sfociata in tragedia.

Il proprietario del negozio ha dichiarato che anche gli stessi dipendenti sono stati minacciati dal ragazzo di 31 anni, il quale avrebbe picchiato i commessi, una volta usciti dall’esercizio commerciale, se gli avessero negato l’acquisto dell’amato videogame. Sar è stato portato via dalla Polizia: il ragazzo ora è accusato di condotta contraria all’ordine pubblico. Distrarsi alla consolle, dopo una giornata di studio o lavoro, non è una pratica negativa. Stiamo attenti, però, a non confondere realtà e virtualità: tutto, se fatto con moderazione, non provoca danni. Questo, però, non è stato il caso di Lomorin Sar.

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