Rimane ancora senza un colpevole il delitto di Yara Gambirasio, la ragazzina di Brembate uccisa ormai due anni fa’, nonostante indagini lunghissime, equivoci ed infruttuose, quanto capillari, analisi degli elementi probatori. Domani verrà sottoposto ancora una volta ad udienza il marocchino Mohammed Fikri, il quale era stato accusato in passato a causa di un’incerta traduzione di una sua chiamata intercettata dalla polizia.
Anche questa volta l’elemento su cui gli inquirenti vogliono fare chiarezza è la telefonata, che ancora adesso non è stata tradotta in modo tale da evitare ogni dubbio (secondo il consulente assunto dalla famiglia Gambirasio) e che presto verrà analizzata da connazionali di Fikri per chiarire una volta e per tutte la posizione dell’extracomunitario in questa vicenda. La mancanza di alcuni documenti in proposito renderebbe ancora incerta l’importanza dell’incontro dell’africano con il gip di Bergamo Ezia Maccora, tuttavia pare ormai scontato per i difensori di Fikri che il proprio assistito verrà definitivamente escluso dalle indagini. L’uomo infatti è stato sottoposto, con esito negativo, alla prova del dna (raccolto dal corpo della ragazzina di Brembate), fatto che elimina ogni possibile elemento che provi sia stato presente sul luogo dell’omicidio.
“Non vogliamo un colpevole. Apprezzo lo scrupolo del gip” ha spiegato Enrico Pelillo, l’avvocato della famiglia Gambirasio, il quale ha rilasciato queste dichiarazioni commentando la decisione del giudice per le indagini preliminari di Bergamo di prorogare per altri sei mesi le indagini su Fikri. Ha quindi ripetuto le parole dei genitori di Yara: “non vogliamo avere un colpevole, vogliamo il colpevole.”
Le indagini dunque proseguiranno nel massimo riserbo, accogliendo anche un nuovo esame del referto autoptico richiesto dal pm Letizia Ruggieri in occasione dell’ultima udienza. Lo stesso pm aveva chiesto l’archiviazione del caso dopo che la frase di Fikri: “Allah, fa che risponda” era stata erroneamente tradotta in: “Allah mi perdoni, non l’ho uccisa io“.