La chirurgia estetica ha raggiunto con l’utilizzo di protesi mammarie sempre più realistiche, compatibili, leggere e tecnologiche grandi risultati, sia per quanto riguarda la maggior salubrità degli impianti, sia per il risultato prettamente estetico. Adesso dagli Stati Uniti salta fuori una novità apparentemente buffa, ma in realtà con un’applicazione prettamente medica: protesi regolabili dopo l’impianto.
Già saltano fuori da tutte le parti battute sul motivo che ha portato alla realizzazione di queste protesi, molte donne hanno in effetti già ipotizzato che finalmente la donna possa utilizzare la “taglia” che preferisce per il seno a seconda dell’occasione e della comodità, ma i medici avvertono che non si può parlare di protesi come di gadget o capi d’abbigliamento.
Certamente è un uso legittimo e molto diffuso quello delle protesi mammarie ad uso estetico, ma per queste nuove che possono estendersi dopo l’impianto: “si tratta di protesi nate per donne con particolari problemi, e vanno dunque utilizzate solo se ci sono delle indicazioni precise, e non per puri fini estetici, per le quali potrebbero essere, con un uso sconsiderato, addirittura molto dannose.”
Le protesi in realtà non permetterebbero una regolazione ad hoc a seconda della situazione, che sarebbe ancora decisamente lontana dalle possibilità della chirurgia estetica; tuttavia ha la possibilità di espandersi fino al 30% in più in una tempistica che può variare da soggetto a soggetto dai 6 mesi ad 1 anno. Dunque in realtà la nuova protesi statunitense permetterebbe di ottenere un aumento consistente del volume del seno anche la dove prima non sussisteva la possibilità di superare un certo limite per non compromettere un’eccessiva invasività dell’intervento stesso.
Un raggiungimento per la sicurezza e l’efficacia più che una commercializzazione del “seno regolabile” che tra l’altro presenterebbe molte implicazioni etiche, infatti se anche i medici sono disposti ormai ad accettare interventi chirurgici per correggere l’aspetto di una persona, diverso conto sarebbe rendere una parte del corpo “regolabile“, cosa che sembrerebbe essere quasi un gioco con una parte del proprio corpo, gioco che per la maggior parte dei medici non è giustificato dai giusti presupposti conoscitivi e di sicurezza.