Ci sono nubi temporalesche sull’assemblea dell’Unesco, l’organizzazione Onu che ha recentemente approvato l’ammissione della Palestina fra i suoi membri con 107 voti a favore, 52 astensioni e 4 voti contrari. Opposizione agguerrita da Israele, che praticamente furibonda ha rifiutato anche solo l’idea, che è invece stata approvata. Anche il Canada ha reagito male, ha infatti minacciato che se questa decisione non verrà presto rivista uscirà dall’Unesco. Gli Stati Uniti invece, in classico stile a stelle e strisce, ritira ben 60 milioni di dollari di finanziamenti che Washington aveva stanziato per l’assemblea.
Il sottosegretario per l’Educazione Martha Kanter ha detto, riguardo a questa decisione dell’associazione Onu: “l’ammissione della Palestina nell’Unesco è controproducente, nonché prematura.” Il rappresentante di Israele ha invece definito l’ammissione della Palestina: “una tragedia”. L‘Italia invece ha optato per l’astensione in mancanza di una posizione unitaria degli stati europei, come ha sottolineato il rappresentante della Farnesina, Maurizio Massari, che ha detto: “l’Italia si è attivata per giungere ad una posizione coesa ed unitaria con l’Unione Europea, in mancanza del quale abbiamo deciso di astenerci, come del resto era già accaduto l’ultima volta.”
“Da un lato si riconoscono i meriti raggiunti sul territorio dall’Anp (Associazione Nazionale Palestinese) e del premier Salam Fayyad sul fronte dell’istitution bulding, dall’altro riteniamo che non era questo il momento di proporre la questione della membership palestinese all’Unesco. In una fase in cui si sta cercando di creare condizioni ideali per la prosecuzione dei negoziati di pace tra le due parti” ha quindi detto Massari, che ha così spiegato più approfonditamente la posizione italiana, che quindi al riguardo è a metà fra la posizione statunitense e quella di chi approva la risoluzione.
Passi storici quelli che la Palestina sta compiendo negli ultimi anni, ma che purtroppo ancora non sono accompagnati dalla fine degli scontri, che nei giorni scorsi sono proseguiti attraverso il lancio di razzi contro Tel Aviv ed il conseguente raid punitivo d’Israele.