Il tema delle vivisezione e di tutti coloro che si battono contro la sperimentazione animale effettuando la dissezione su animali ancora vivi, negli ultimi anni tiene sempre banco, forse anche troppo. Gli animalisti convinti hanno dato vita ad aspre battaglie, spesso vincendole. Ricordiamo la chiusura della ditta Morini di Reggio Emilia, da sempre una delle maggiori fornitrici a livello europeo di cavie da laboratorio, oppure la battaglia per la chiusura della Green Hill di Montichiari, fornitrice di cani Beagle, capeggiata dall’ex ministro Vittoria Michela Brambilla.
Poi si cade nel silenzio, che si alterna a picchi di estrema notorietà. Però dopo che aziende farmaceutiche, ricercatori e venditori di cavie hanno iniziato a subire delle perdite troppo elevate, pronta è arrivata anche la reazione dell’altro lato del fronte di battaglia, quello almeno in apparenza più cattivo. Così una nuova campagna ResearchSaves è stata ideata, da una potente fondazione americana, la Foundation for Biomedical Research, in modo da aumentare il sostegno internazionale alla ricerca medica e scientifica con modelli animali. La campagna dovrebbe prevedere la collocazione di cartelloni pubblicitari in almeno 30 della maggiori città del mondo (comprese alcune italiane) con un’immagine sicuramente destinata a suscitare riflessioni e polemiche.
Un topo bianco guarda una bambina e le dice: “Un giorno ti potrei salvare la vita“, mentre la versione statunitense del messaggio è ancora più esplicita e recita: “Chi vorresti vedere vivo?”. Nessuno di buon senso, immaginiamo, vorrebbe salvare la vita ad un topo piuttosto che ad una bambina, ma l’obiettivo dei “buoni” sarebbe quello di salvare entrambe le vite. Forse non si può. E la campagna è sicuramente destinata a suscitare adesso la reazione degli animalisti convinti che non sacrificherebbero mai la vita di un animaletto neppure, forse, per una nobile causa. Non ci resta che vedere cosa accadrà a breve. E voi, cosa ne pensate?