La corte di Appello di Venezia ha confermato la sentenza di condanna di primo grado che condanna Andrea Donaglio a 16 anni di carcere per l’uccisione di Roberta Vanin. L’uomo uccise la sua e fidanzata nel negozio di prodotti biologici che gestiva a Spinea, il 6 agosto 2010. L’omicidio, efferato, si è consumato con ben 63 coltellate inflitte alla donna. La sentenza ha fatto infuriare letteralmente la famiglia della donna, così come anche la Procura di Venezia che per Donaglio, ex insegnante di chimica, aveva chiesto una condanna a 30 anni di carcere.
Le indagini misero in luce che l’uomo non si era rassegnato alla fine della storia con Roberta. I legali della difesa hanno cercato di sostenere che l’uomo, per tal ragione, fosse estremamente vulnerabile e pronto anche a compiere gesti inconsulti. Situazione resa ancor più ingestibile, per la difesa, dalla dieta vegana seguita dll’uomo e che aveva portato ad una carenza assoluta di vitamina B12. Per i legali della famiglia della donna uccisa, invece, la gelosia non può assolutamente essere considerata una valida attenuante. “I futili motivi non possono essere fatti rientrare nel delitto passionale. Vorremmo solo dire che qui si sta parlando di questioni tecniche perché per il resto siamo vicini ai familiari della vittima per tutto il dolore che è stato creato“, hanno dichiarato i legali.