Condannato a morte per aver ucciso i suoi stupratori: questa è la storia di Terry Williams, un uomo di 46 anni della Pennsylvania, negli USA. Williams è in carcere da quando aveva solo 18 anni ed è stato condannato alla pena capitale – condanna a morte che arriva adesso, a distanza di quasi 30 anni – per aver ucciso degli uomini che lo avevano violentato più volte, senza essere fermati da nessuno, per tutto l’arco della sua infanzia.
Williams, infatti, è stato la vittima di ripetuti abusi sessuali da parte di due uomini, da quando aveva la tenera età di 6 anni. Una volta compiuti 18 anni, Terry trovò il coraggio di affrontare i suoi stupratori e li uccise; così, Williams venne immediatamente arrestato e condannato a morte.
Le richieste di clemenza per l’uomo sono giunte da tutto il mondo, ma invano; persino la vedova di uno dei due stupratori uccisi da Williams ha chiesto che venga ritirata la condanna a morte per Terry. “Fategli scontare la pena, ma non uccidetelo“, è la richiesta della “Pennsylvania Board of Pardons“.
Nonostante la campagna contro l’esecuzione di Terry, la clemenza non è arrivata. La giuria che lo condannò – così come chi, adesso, non vuole ritirare la condanna – non tenne minimamente conto del trauma psicologico subito da Williams da quando aveva solo 6 anni: un bambino costretto a subire ripetute violenze, in silenzio e senza l’aiuto di nessuno. Una vita che gli è stata letteralmente strappata via e di cui, adesso, avranno colpa anche molte altre persone.
Una delle condanne più incerte – sono molti i casi in cui sono state giustiziate persone dalla dubbia colpevolezza – è avvenuta in Texas, dove Cameron Todd Willingham fu giustiziato nel 2004 per l’omicidio delle tre figlie decedute nell’incendio della loro casa, nel 1991: lo scorso anno, infatti, venne girato un documentario che sostenne la sua probabile innocenza.