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Tunisia in attesa dei risultati delle prime elezioni democratiche

Tunisia in attesa dei risultati delle prime elezioni democratiche

La primavera araba è iniziata qui e qui ha avuto il suo massimo e migliore effetto. Qui la popolazione ha potuto, senza aiuti ne eccessivi spargimenti di sangue come in Libia, rovesciare da sola il proprio tiranno, infatti sono parecchi mesi che Ben Alì è fuggito dal paese, che finalmente ha proceduto a libere elezioni. 

L’affluenza alle urne è stata straordinaria, il 90% degli aventi diritto al voto hanno dato il loro contributo, e del resto ci si sarebbe dovuti sorprendere del contrario viste le sofferenze che la nazione ha patito per arrivare a ciò e visto anche che si tratta di una costituente, cioè di eleggere i cittadini più autorevoli per scrivere il testo costituzionale su cui basare la neonata democrazia parlamentare della Tunisia.

Zine Al-Abidine Ben Alì è adesso un triste ricordo, un ricordo che purtroppo lascia molte conseguenze della sua lunga residenza al potere, ma che potrà scomparire col tempo e con la buona volontà dei tunisini, che adesso attendo trepidanti i risultati delle elezioni, che secondo le autorità saranno ben presto diffusi, al massimo entro oggi.

Secondo alcuni risultati parziali sarebbe il partito islamico “Ennahda” ad avere il maggior seguito ai seggi elettorali, seguito immediatamente dai due partito maggiori laici del paese. Gli islamici erano già dati come largamente favoriti durante i giorni precedenti alle votazioni, ma si auspica la formazione di un governo di unità nazionale per un compito delicato come la stesura della costituzione.

E’ un giorno storico, la Tunisia nasce oggi, la primavera araba finisce oggi” ha detto Rachid Ghannouchi, leader del partito islamico dopo aver accompagnato la figlia e la moglie a votare, entrambe con il velo. Alcune persone però, mentre usciva dal seggio, gli hanno urlato contro di tornarsene in Inghilterra in quanto un terrorista. Il ricordo di Ben Alì e della sua propaganda. Resta però da vedere se si riuscirà a raggiungere un compromesso fra religione diritti dei laici, un argomento che si prospetta infervorerà i neoeletti del parlamento tunisino.

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