I film sbagliati alle persone sbagliate, specie se giovani troppo influenzabili e che non riescono a distinguere la realtà dalla finzione. Pare che si fossero ben documentati su come funzionava veramente una rapina, anche se alla fine non è certo servito ad evitare l’arresto: protagonisti del triste fatto sono cinque ragazzi pugliesi, tutti giovanissimi, quattro minorenni tra i 15 e i 16 anni e un quinto componente di 18. Si trovavano durante il pomeriggio in un box e guardavano tutti assieme film sulla criminalità organizzata, come “Il capo dei capi”, “La banda della Uno bianca” e “Vallanzasca”, ma il loro interesse andava al di là della passione per il cinema. Non si limitavano a guardare i film, ma li studiavano attentamente, consideravano furti e rapine da un punto di vista pratico, per poi mettersi alla prova per vedere quanto avevano imparato.
Così il 10 febbraio il gruppo porta a termine una rapina ai danni di una farmacia di Manfredonia: due dei ragazzi sono armati di pistola e coltello, gli altri minacciano il titolare e si fanno consegnare l’incasso, meno di 300 euro. Un piano perfetto, ma si erano semplicemente dimenticati delle telecamere di sorveglianza che li hanno ripresi durante il colpo, permettendone la successiva identificazione. Non ci vuole poi molto prima che i carabinieri della Compagnia di Manfredonia li arrestino con l’accusa di rapina a mano armata. Successivamente è stato eseguito un sopralluogo del box in cui i giovani si trovavano e dove sono state rinvenute le videocassette e il televisore utilizzati dai ragazzi, che si erano ritrovati lì poco prima di effettuare il colpo per mettere a punto gli ultimi dettagli e ricontrollare i ruoli. Tutti e cinque provengono da famiglie perbene e senza problemi economici che potrebbero spiegare il gesto. Ma, a quanto pare, la motivazione è il semplice desiderio di emulare i protagonisti dei loro film preferiti.