Il problema dello smaltimento illecito di rifiuti viene generalmente associato alla Campania, dove l’emergenza rifiuti ha visto scandalose gestioni del servizio di raccolta e stoccaggio, con discariche abusive, roghi e falsi amministrativi di ogni genere. Oggi però sono il Veneto ed il Friuli ad essere interessati da questo negativo fenomeno, infatti le procure hanno dato il via alle forze dell’ordine per una vasta operazione che ha fermato e sequestrato persone e beni perfino in Lombardia a causa di circa 50000 tonnellate di materiali smaltiti illegalmente. Le accuse principali sono truffa ai danni dello stato ed associazione a delinquere.
I Carabinieri del Noe hanno eseguito in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lombardia 8 provvedimenti restrittivi, decine di perquisizioni e molti sequestri di quantitativi ingenti di rifiuti che alcune ditte delle regioni interessate avevano intenzione di smaltire con mezzi illegali.
Il sito di smaltimento maggiormente preso in esame dai carabinieri è l’impianto termoelettrico di Monfalcone, dove la maggior parte delle 50000 tonnellate di rifiuti sarebbe stata sversata illegalmente, bruciando tonnellate di biomasse, fra cui sansa di olive esausta e segatura.
I provvedimenti sono stati emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari di Triesta, Giudo Pariarchi, su proposta del pm Giorgio Milillo (della Procura Distrettuale Anti Mafia). Gli illeciti infatti sarebbero opera del crimine organizzato, che si era accaparrato gli appalti necessari a gestire lo smaltimento dei rifiuti, ma che in realtà puntava a liberarsene “bruciandoli” con gravissimi rischi per la salute e l’ambiente. Oltre ai reati di associazione a delinquere e truffa (sia allo stato che ai privati) vengono ipotizzati anche i reati di falso ideologico ed attività organizzata al traffico illecito di rifiuti.
Le “ecomafie”, come vengono definite dalle forze dell’ordine, sono ormai un settore della criminalità organizzata molto lucroso e sebbene episodi come quello raccontato in questo articolo siano gravi in realtà i problemi maggiori sono legati al traffico di rifiuti così detti “speciali” cioè particolarmente tossici o addirittura radioattivi, che spesso vengono sotterrati profondamente e solo dopo molti anni si viene a scoprire il terribile danno inferto.