I politici spagnoli, come già emerso dal rapporto della Commissione Giovannini, sono già tra i meno pagati dell’Unione Europa. Ma nello Stato iberico si è deciso di diminuire ulteriormente i privilegi dei deputati.
I parlamentari spagnoli del Congresso e del Senato non avranno più i contributi delle pensioni integrative private, soldi pagati ogni mese dalle istituzioni. Inoltre i loro stipendi resteranno immutati per tutto l’anno in corso. È ciò che ha deciso oggi la conferenza dei capigruppo della Camera Alta e della Camera Bassa, nel corso di una riunione congiunta. Sono dunque stati aboliti i contributi di circa 280 euro al mese che lo Stato pagava per la pensione integrativa. I piani prevedevano un’assicurazione sulla vita, una di invalidità e una ‘prestazione di sopravvivenza’, corrisposta agli onorevoli al momento di andare in pensione.
Quello deciso dal parlamento spagnolo è dunque un segnale importante, che va nella drastica riduzione dei costi della politica. Deputati e senatori italiani, invece, quando si parla di taglio ai privilegi, non ci sentono. E anche Mario Monti, ormai, sembra essersi rassegnato. Il premier teme che se si proponesse di ridurre drasticamente le indennità dei parlamentari, il suo esecutivo rischierebbe di non avere più la maggioranza.